Bela Bartòk sosteneva che la tradizione musicale di un Paese rappresenta un prezioso serbatoio dal quale attingere per creare nuove musiche, moderne e attuali. Ed è proprio su questo concetto, su questo legame tra passato e attualità in musica, che la cantante Clara Barry ha realizzato il suo progetto discografico. Un disco dal titolo “Clara Barry sings Bartòk” pubblicato da Claves Records proprio quest’anno, che esplora il repertorio popolare di Béla Bartòk, ma che al suo interno contiene anche una canzone del compatriota di Bartòk, Zoltàn Kodàly; nonché due canzoni popolari svedesi. La caratteristica distintiva di questo lavoro è che il tutto è stato reinterpretato in chiave jazz.
Clara Barry – intervistata per noi da Paula Leu – ha approfondito alcuni aspetti del repertorio che ha scelto di inserire nel disco, spiegandoci il significato artistico delle canzoni popolari ungheresi di Béla Bàrtok e la maniera in cui lei le ha riattualizzate.
Ascolti:
Béla Bartòk, Kis kece lányom, in: “Clara Barry sings Bartòk”, Claves Records, 2023. Clara Barry (voce), Emil Spányi (piano), Mátyás Szandai (bass)
Béla Bartòk, Székely friss, in: “Clara Barry sings Bartòk”, Claves Records, 2023. Clara Barry (voce), Emil Spányi (piano), Mátyás Szandai (bass), Hector Schroll (tromba)
Zoltàn Kodàly, Ifjúság mint sólyommadár, in: “Clara Barry sings Bartòk”, Claves Records, 2023. Clara Barry (voce), Emil Spányi (piano), Mátyás Szandai (bass)
Visa fran Utanmyra. Canzone tradizionale svedese, in: “Clara Barry sings Bartòk”, Claves Records, 2023. Clara Barry (voce), Emil Spányi (piano), Mátyás Szandai (bass)
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