Ticino e Grigioni

“Un Piano contro le dipendenze a 360 gradi”

Il Governo ha presentato il messaggio che orienta le politiche nel campo delle tossicomanie - Dall’eroina alle politossicomanie, come si è spostato il consumo

  • 10 settembre, 12:52
  • 10 settembre, 19:57
01:24

RG 12.30 del 10.09.2024 - Il servizio di Francesca Torrani

RSI Info 10.09.2024, 12:58

  • Keystone
Di: RSI Info 

Uno strumento per orientare le politiche nel campo delle dipendenze. A Bellinzona è stato presentato martedì il Piano cantonale degli interventi nel campo delle tossicomanie. Un documento, ha spiegato in avvio Raffaele De Rosa, direttore del DSS, elaborato da un gruppo di esperti all’indirizzo del Consiglio di Stato e quindi tramite messaggio sottoposto per discussione al Gran Consiglio. Documento quadriennale, il Piano 2023 è stato ritardato dagli effetti della pandemia.

Il piano cantonale - ha sottolineato De Rosa - poggia sul principio di un monitoraggio costante”. Una rete che tra pubblico e privato intercetta e affronta le problematiche delle tossicodipendenze e non solo. “Il gruppo di esperti ci restituisce l’efficacia delle politiche adottate sinora e ci ricorda come non si registrano emergenze particolari in questo settore”, ha detto il consigliere di Stato.

De Rosa: “Un cambiamento di approccio”

“Il mercato delle droghe - ha continuato De Rosa - è complesso e va costantemente monitorato”. A livello strategico, “si conferma la transizione in atto da approcci centrati prevalentemente sul diritto penale a politiche più ampie, che si occupano dei consumatori e del loro benessere tramite la riduzione del danno”. Da un approccio basato sugli stupefacenti e le sostanze si è passati a uno più ampio, basato sulle dipendenze a 360 gradi, considerando i comportamenti e il consumo di sostanze legali e illegali. “Quindi affrontando anche l’uso e l’abuso di alcol o di farmaci”. Senza trascurare “le nuove dipendenze legate ai social media”.

Il messaggio, ha continuato De Rosa, “sostiene la necessità di lavorare sin da subito in una visione più ampia del tema”. Sebbene il quadro legislativo nazionale non prevede ancora un’unificazione di tutte le strategie, “si sta lavorando in questo senso con Orizzonte 2028”. A tal proposito, ha ricordato, “si è iniziato a riflettere sulla modifica delle leggi cantonali di riferimento”.

Le otto aree di intervento

La strategia nazionale, è stato ricordato, si basa sulle seguenti 8 aree di riferimento: 1) Promozione della salute, prevenzione e riconoscimento precoce 2) Terapia e consulenza 3) Riduzione danni e rischi 4) Regolamentazione ed esecuzione 5) Coordinamento e cooperazione 6) Conoscenze 7) Sensibilizzazione e informazione 8) Politica internazionale.

“Aree che riprendono - ha spiegato De Rosa - i classici quattro pilastri (regolamentazione, riduzione dei danni, terapia e prevenzione) negli adeguamenti che si sono imposti nel tempo”. L’obiettivo di fondo resta quello di “prevenire le dipendenze e riconoscerne il prima possibile i comportamenti ad esse legati”. Il direttore del DSS ha sottolineato l’importanza di un’informazione attiva: “L’insegnamento è che chi è ben informato e consapevole può agire in modo competente a beneficio della propria salute e di quella della comunità”. Quanto all’ottava area, De Rosa ha parlato dell’importanza dello scambio globale di informazioni e competenze.

Una strategia e molti attori in Ticino

Il consigliere di Stato ha quindi mostrato come viene declinata la strategia nazionale in Ticino, con i vari attori presenti sul territorio nella prevenzione, terapia, riduzione dei danni e regolamentazione. Una ventina di entità qui sotto riassunte nella tabella.

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La rete contro le dipendenze in Ticino

  • Canton Ticino
Icaro, Ingrado, Laboratorio 21 e Villa Argentina

A fornire elementi più puntuali sul terapia e riduzione dei danni è stata Monica Rivola, delegata ai problemi delle tossicomanie: “Al fronte ci sono soprattutto i servizi di competenza di Ingrado e Antenna Icaro. Il loro obiettivo è di offrire supporto diretto e assistenza. Svolgendo anche un ruolo di ente collocante, sono anche un servizio di riferimento per i medici di famiglia e si occupano anche dei casi più complessi, in particolar modo nelle politossicomanie”. In tutto sono quattro i centri ambulatoriali, dislocati sul territorio. Senza dimenticare il Laboratorio 21 ad Arbedo di presa a carico diurna, nonché Villa Argentina, situata a Viglio, che è l’unico centro terapeutico stazionario oggi riconosciuto. Per questi servizi il Cantone assume spese per 5,6 milioni di franchi all’anno, di cui 2,1 milioni per i collocamenti nelle strutture residenziali.

La delegata ai problemi delle tossicomanie ha quindi fornito alcune cifre per il Ticino, riferite però “ai casi conclamati di dipendenze”: “I più complessi, quelli che afferiscono alle antenne. I dati assoluti sono piuttosto contenuti e la comparazione con il resto della Svizzera mostra che non abbiamo emergenze particolari”. I casi trattati, ricorda, “sono oggi circa mille, con un aumento dal 2013 di circa il 40%. Nel 2023 i giovani trattati sono stati 66 e i giovani-adulti 169. Le persone con più di 30 anni sono 752”.

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Tossicodipendenze, i numeri delle antenne

  • Canton Ticino

L’evoluzione nel periodo 2013-23, continua Rivola, “mostra una riduzione piuttosto drastica dell’uso degli oppiacei e dell’eroina dal 33% all’8%. Ma le politossicomanie crescono dal 13% al 39%. Per questa complessità è importante che la rete agisca in modo coordinato e coeso”.

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Evoluzione in Ticino del tipo di dipendenze 2013-23

  • Canton Ticino

Ulteriori dati forniti dalla delegata sono stati quelli sui tipo di casi trattati nel 2023 dalla Clinica psichiatrica cantonale: “Il 43% dei pazienti con meno di 18 anni si presentano con un utilizzo attivo di sostanze o di alcol. In generale circa la metà dei pazienti presenta questo tipo di consumo. Abbiamo riscontrato un aumento della cocaina e una stabilità sull’utilizzo della canapa”.

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La tipologia di casi trattati dalla Clinica psichiatrica cantonale

  • Canton Ticino
Canapa ricreativa, “due progetti al vaglio etico”

A fornire una sintesi degli anni del Piano cantonale è stato Daniele Intraina, presidente del Gruppo esperti e direttore OSC. “Nel gruppo c’è stata una discussione inter e multidisciplinare sulle tematiche delle dipendenze”. Le tematiche principali, ha continuato, “hanno riguardato l’impostazione strategica che è passata dagli stupefacenti alle dipendenze. Ma anche l’invecchiamento della popolazione e anche delle casistiche che fanno uso di sostanze psicoattive. È stata sottolineata l’importanza del coordinamento della rete e della messa in rete dei servizi”. Un altro tema è stato quello, ha detto Intraina, “riguardante la salute e il benessere sul posto di lavoro”.

Intraina ha parlato anche dei progetti di sperimentazione sulla canapa. “Tema che ha sollevato parecchi interrogativi in passato. Il Canton Ticino aveva deciso di rimanere alla finestra in attesa di una base legale per la sperimentazione dell’uso ricreativo della canapa”. Base legale intervenuta nel 2021, “che ha portato a 7 progetti di sperimentazione in Svizzera (in sei cantoni). La competenza di autorizzarli spetta all’Ufficio federale della salute pubblica. Attualmente in Ticino sono al vaglio del comitato etico due progetti di sperimentazione”. Dopo l’esame, “l’incarto tornerà all’Ufficio federale. Dopodiché il Canton Ticino verrà informato sugli aspetti generali e saranno eventualmente informati i comuni coinvolti”.

Aumenta il consumo di crack

Ultimo a prendere la parola in questa corposa esposizione è stato il dottor Alberto Moriggia, direttore sanitario di Ingrado. Non ultimo però il tema affrontato: “Negli ultimi dieci anni c’è stato un aumento del consumo di cocaina e in particolare di crack. Il consumatore di un’unica sostanza è un po’ retaggio del passato”. C’è stato una crescita della cocaina fumata, ossia il crack, “per diverse motivazioni che essenzialmente sono motivazioni di mercato. Si è trovata meno eroina e alla fine i consumatori hanno iniziato a consumare più questa sostanza”. Sostanza che dà una dipendenza diversa e “costringe a un consumo diverso, spesso più compulsivo e intenso. Spesso noi, come attori sul territorio, siamo meno dotati perché abbiamo meno farmaci e meno efficaci”.

Questo allarme, ha aggiunto, “è perciò un allarme un po’ nostro. Un allarme del settore”. Ci sono perciò discorsi aperti su come occuparsi di questo tipo di dipendenza. “Non c’è per fortuna un consumo di crack fuori controllo nella nostra società”.

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