Susana Tavares, insegnante di yoga e meditazione, si avvicina al pensiero di Rudolf Steiner durante gli anni universitari, leggendo i libri del grande filosofo austriaco sulla spiritualità. Tuttavia, è solo anni dopo che il suo interesse per la pedagogia steineriana si accende, quando conosce i figli di amici che frequentano una delle numerose scuole Steiner nel mondo. Nota infatti che i ragazzi sono diversi dai loro coetanei; molto socievoli, abituati al dialogo con gli adulti e interessati a temi insoliti per la loro età, che spaziano dall’arte alla spiritualità. Susana approfondisce i principi del metodo Steiner, e una volta diventata mamma e trasferitasi in Canton Ticino, non esita ad iscrivere i suoi due figli alla scuola Steiner di Lugano-Origlio.
Con il crescere del suo coinvolgimento nella scuola, Susana matura il desiderio di realizzare un documentario su Rudolf Steiner e sui preziosi semi che il filosofo ha seminato in molteplici ambiti: dell’antroposofia e medicina antroposofica, all’agricoltura biodinamica, fino all’euritmia (una particolare forma di movimento nello spazio che accompagna parole e/o musica).
“Semi per il futuro”, il documentario sulla figura di Rudolf Steiner e la pedagogia steineriana
Partendo dalla realtà ticinese, il documentario di Susana Tavares “Semi per il futuro”, getta una nuova luce sulle idee e sul lavoro del grande ricercatore austriaco, ancora poco conosciuto o incompreso da molti. Con chiarezza e semplicità il documentario cerca di rispondere ad alcune domande: chi era Rudolf Steiner? Un visionario straordinario o soltanto un altro filosofo le cui idee appartengono al passato? Cosa sono la medicina antroposofica, l’agricoltura biodinamica e l’euritmia? Quali sono i principi della pedagogia Steiner-Waldorf? Con interviste incrociate a insegnanti, genitori e ricercatori antroposofici, “Semi per il futuro” spiega cosa differenzia la pedagogia di Steiner dalle altre e perché questa dovrebbe essere accessibile a tutti.
Intervista a Susana Tavares_Pedagogia steineriana
Lorena Pianezza e Edoardo Nerboni 03.10.2024, 14:35
Metodo steineriano: in cosa consiste?
“L’insegnamento non è solo un freddo passaggio di informazioni, ma è una relazione tra due esseri umani, in cui uno è assetato di conoscenza e l’altro è votato a trasmettere tutto il proprio sapere, umano ed intellettuale.”
R. Steiner
La pedagogia steineriana, o pedagogia Waldorf, fu introdotta per la prima volta nel 1919 per i figli degli operai della fabbrica Waldorf-Astoria di Stoccarda; proprio da essa prenderanno il nome le successive “scuole Waldorf”, diffuse in tutto il mondo, attualmente all’incirca 1’200 in 80 paesi.
L’approccio educativo proposto da Steiner pone l’accento non tanto sulla prestazione o sul rendimento, ma sull’attivazione delle forze insite nel bambino. Le scuole steineriane sono note per il loro approccio olistico all’educazione, che considera il bambino nella sua interezza e lascia largo spazio materie artistiche, creative e artigianali.
Particolare attenzione è inoltre posta alle fasi di sviluppo individuali, con un piano di studi che accompagna l’allievo dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori. La pedagogia Steiner tiene in grande considerazione anche l’aspetto animico e spirituale del ragazzo, con lo scopo di formare individui liberi, sicuri di sé, in grado di fare la differenza all’interno della loro comunità.
Scuola Steiner di Lugano-Origlio
Un documentario per superare i pregiudizi
Nella realizzazione di questo documentario, Susana è stata mossa sin dall’inizio dal desiderio di divulgare il concetto antroposofico di Rudolf Steiner e, allo stesso tempo, approfondirne i principi pedagogici, cercando di abbattere alcuni pregiudizi nei confronti delle scuole Steiner. Primo fra tutti, l’idea che siano scuole riservate solo a famiglie benestanti.
Effettivamente, la scuola Steiner è una scuola privata e quindi ha un costo che non è accessibile a tutti, ma le famiglie possono comunque chiedere un prestito alla scuola. Inoltre, essendo la Steiner una scuola che richiede un impegno e un coinvolgimento da parte di tutta la famiglia maggiore rispetto ad un sistema più tradizionale, i genitori possono pagare una retta ridotta chiedendo di essere coinvolti nella gestione in misura ancora maggiore.
Infine, alcuni genitori temono che i ragazzi, una volta usciti dalla scuola Steiner, possano avere difficoltà di adattamento. Tuttavia, l’esperienza di Susana è che un ragazzo che esce dalla Steiner è generalmente fiducioso e con un buon livello di autostima, e non ha assolutamente difficoltà a adattarsi ad un contesto diverso.
Educazione sessuale in famiglia
Cristalli 11.11.2024, 20:30
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