Guido d’Arezzo nacque intorno al 995 d.C. in un villaggio vicino a Pomposa (Ferrara). Entrò nel monastero benedettino dell’abbazia di Pomposa e poi si trasferì ad Arezzo, dove maturò il suo nuovo metodo per l’apprendimento del canto liturgico, che espose a papa Giovanni XIX, il quale ne favorì la propagazione. Le sue opere: Il micrologus de musica, considerato il più importante trattato del Medioevo, Il prologus in antiphonarium in cui l’antifonario viene dato nella nuova notazione.
Guido diede una soluzione ai molteplici tentativi di notazione diastematica e fu una figura importante nella storia della notazione musicale, soprattutto per l’impostazione del modo di leggere la musica: sistematizzò il tetragramma e utilizzò la notazione quadrata.
L’obiettivo di Guido d’Arezzo era quello di trovare un sistema che consentisse al cantore di intonare un canto senza averlo mai visto prima. Giovanni Conti ne parla con i musicologi Angelo Rusconi e Giacomo Baroffio.
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