Territorio e tradizioni

Caffè Chicco d’Oro: storia del caffè di casa nostra

Dal 1949, la torrefazione ticinese porta il gusto di famiglia in tutto il mondo

  • 19 luglio, 15:00
57:14

TopSuisse alla Chicco d’Oro a Balerna

TopSuisse 19.07.2025, 15:00

  • RSI
  • Davide Gagliardi
Di: Alice Tognacci 

A Balerna, nel Mendrisiotto, aleggia un profumo inconfondibile: quello del caffè Chicco d’Oro. Una presenza familiare per chi vive in Ticino, nata nel 1949 grazie a Rino e Renata Valsangiacomo.
Da piccola torrefazione a impresa con respiro internazionale, la storia della Caffè Chicco d’Oro è fatta di lavoro quotidiano, radici locali e una qualità costruita con costanza, rimanendo ben ancorati alle origini ticinesi di famiglia.

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TopSuisse alla Chicco d’Oro a Balerna

RSI Rete Uno 19.07.2025, 15:00

  • Marco Bitonti

Dalla bottega di Balerna “Caffè Rino” alla distribuzione mondiale

All’inizio era una piccola attività locale di torrefazione: “Caffè Rino”, il primo nome, rispecchiava l’identità artigiana e personale dell’impresa. Negli anni ’50 - precisamente nel 1958 - il rebranding: nasce “Chicco d’Oro”, ispirato dall’unione simbolica tra il chicco di caffè e l’oro – un’idea nata anche grazie al fratello di Rino, attivo nel settore dell’oreficeria.
Da allora, il percorso è stato costante e coerente: oggi quintali di caffè tostato lasciano quotidianamente lo stabilimento di Balerna per raggiungere ristoranti, bar, hotel e famiglie in tutto il mondo. Ma tutto continua a essere prodotto esclusivamente in Svizzera, nello stabilimento storico: un fattore distintivo, sia per l’identità del prodotto, sia per il controllo della qualità.

Sono entrata in azienda nel 1968 e ho vissuto la sua evoluzione: da piccola realtà che forniva solo i negozi qui vicino alla frontiera, alla vendita in tutto il mondo

Doriana Valsangiacomo

L’azienda produce circa 30.000 pacchetti di caffè al giorno. Una produzione continua, tutta sotto lo stesso tetto.

Dal caffè verde alla tazzina

Come spiega Vittorio Maspoli, responsabile vendite di Caffè Chicco d’Oro: «Sono un’ottantina i Paesi nel mondo che coltivano caffè, prevalentemente sulla fascia equatoriale. Noi lo riceviamo principalmente da Centro e Sud America e Asia». Ogni lotto di caffè verde (caffè crudo) che arriva a Balerna viene analizzato visivamente e gustativamente, prima e dopo la tostatura. Qui si assaggia ogni campione, settimanalmente, come se fosse servito al bar, proprio per simulare l’esperienza finale in tazza.

La tostatura, fase cruciale per la qualità del caffè in tazza, avviene con curve di temperatura tra i 180 e 260°C, per ottenere una tostatura equilibrata e omogenea, sia all’esterno che all’interno del chicco.

Terminata la fase di tostatura si arriva alla miscelazione fatta di chicchi provenienti da diverse zone, oppure di diverse specie di caffè: Arabica o Robusta.

Per mantenere gusto e qualità costanti nel tempo, l’azienda ticinese crea miscele di caffè dalle diverse origini: «Noi lavoriamo con miscele - prosegue Maspoli - in modo che il nostro consumatore possa gustare in tazza sempre il medesimo gusto malgrado nel tempo ci possano essere variazioni naturali della materia prima».

Tutti i pacchetti di caffè, compresi quelli destinati alle vendite internazionali, escono da Balerna. Questo ci consente di controllare giornalmente la filiera dalla A alla Z.

Vittorio Maspoli, responsabile vendite

Un’impresa di famiglia, ancora oggi

Una delle particolarità più sorprendenti di questa realtà è che da oltre 75 anni l’azienda è guidata dalla famiglia Valsangiacomo. Con Carolina e Susanna (nipoti di Rino Valsangiacomo) già coinvolte nella gestione insieme ai genitori Cornelio e Doriana, la Caffè Chicco d’Oro è riuscita a passare di generazione in generazione senza snaturare i suoi valori. Tradizione, ma con un occhio sempre più attento alla sostenibilità, alla comunicazione e all’innovazione di prodotto.
Come spiega Carolina Valsangiacomo: «La sfida non è solo fare bene il caffè, ma raccontarlo nel modo giusto, valorizzando tutto ciò che ci sta dietro». E proprio da questo nasce anche uno spazio sul sito aziendale dedicato al futuro, dove il consumatore può proporre idee o immaginare la miscela del domani.

Il Museo del caffè: un ponte tra passato e presente

La cultura del caffè non si ferma al prodotto: all’interno della sede di Balerna si trova un Museo del caffè aperto anche alle scuole, dove si racconta la storia della torrefazione e della bevanda più amata al mondo. Tra antiche macchine da espresso e memorabilia, molti visitatori ritrovano oggetti “che avevano i nonni” come macinacaffè del 1885, rafforzando quel senso di familiarità che permea l’identità dell’azienda ticinese.

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Museo e storia del caffè

RSI Notrehistoire 04.11.2001, 15:18

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