È nell’ordine di ben 10 miliardi di dollari la somma pretesa da Donald Trump nella causa da lui intentata per diffamazione e calunnia al Wall Street Journal (WSJ). Al capo della Casa Bianca il giornale attribuisce una lettera imbarazzante da lui inviata nel 2003 al finanziere Jeffrey Epstein, il ricco imprenditore suicidatosi in carcere nel 2019 dopo l’arresto per accuse di abusi sessuali e traffico internazionale di minorenni.
Trump, che era stato grande amico di Epstein, ha definito l’articolo del WSJ come “falso, maligno, diffamatorio e totalmente fake”, si legge sul social Truth del presidente. Nella denuncia, si parla di una storia fabbricata per “infangare la reputazione e l’integrità” del tycoon e “ritrarlo in modo fuorviante sotto una falsa luce”.
“Ci difenderemo vigorosamente”, ha per parte sua dichiarato Dow Jones, ossia il gruppo che detiene la proprietà della testata statunitense, sottolineando di aver “piena fiducia nel rigore e nell’esattezza dei nostri servizi”. La lettera attribuita a Trump contiene varie righe di un testo dattiloscritto contornato da uno schizzo che ritrae una donna nuda e con una sinuosa firma sotto la vita che evoca l’immagine di peli pubici.
La morte di Epstein, che venne trovato impiccato nella sua cella, continua ad alimentare teorie secondo le quali sarebbe in realtà stato ucciso, per prevenire sue possibili rivelazioni volte coinvolgessero personalità di primo piano.

USA. il caso Epstein fa ancora discutere
Telegiornale 17.07.2025, 20:00