Uccisi a Gaza mentre erano in cerca di viveri

Almeno 73 persone sono state uccise mentre cercavano di accedere agli aiuti in diverse località di Gaza, domenica, come dichiara il ministero della Sanità del territorio palestinese.

Il bilancio più grave si è registrato nel nord di Gaza, dove a perdere la vita sono state 67 persone impegnate a raggiungere i viveri in entrata attraverso il valico di Zikim, questo sempre secondo quanto espresso dal ministero e dagli ospedali locali. Sono state ferite più di 150 persone, alcune delle quali versano in condizioni critiche.

Non è stato subito chiaro se siano stati uccisi dall’esercito israeliano, da bande armate o da entrambi. Alcuni testimoni ed operatori sanitari hanno affermato che a sparare sulla folla è l’esercito israeliano che, al momento, non ha rilasciato dichiarazioni.

Intanto gli stessi soldati israeliani hanno pubblicato sempre domenica nuovi avvisi di sfollamento per le zone centrali di Gaza, in una delle poche aree in cui l’esercito ha raramente operato con truppe di terra. In questo territorio sottoposto all’ordine di evacuazione si trovano molte organizzazioni internazionali che cercano di distribuire aiuti. Le Nazioni Unite sono in contatto con le autorità israeliane per chiarire se le strutture dell’ONU nel sud-ovest di Deir al-Balah siano incluse in tale ordine di evacuazione. Se così fosse, fanno sapere funzionari dell’ONU che desiderano rimanere anonimi, le operazioni di soccorso dei civili a Gaza verrebbero gravemente ostacolate.

Il portavoce militare Avichay Adraee ha avvertito che l’esercito attaccherà “con intensità” i militanti ed ha invitato i residenti - compresi quelli che si rifugiano nelle tende - a recarsi nell’area di al-Muwasi, una desolata tendopoli sulla costa meridionale di Gaza che l’esercito israeliano ha designato come zona umanitaria.