C’è qualcosa di profondamente inquieto nel nostro rapporto con gli animali. Li coccoliamo, li fotografiamo, li celebriamo nei libri per bambini e nelle canzoni. Eppure, ogni giorno, li alleviamo in massa, li trasformiamo in cibo, li usiamo per esperimenti, li riduciamo a strumenti. È come se convivessero in noi due anime: una che li ama, e una che li consuma.
Questo paradosso non è solo una stranezza culturale. È il cuore pulsante dell’antispecismo, quella corrente di pensiero che mette in discussione l’idea – spesso nemmeno esplicitata – che la specie umana valga più delle altre. E non si tratta di una provocazione da salotto: è una domanda che ci riguarda ogni volta che scegliamo cosa mangiare, cosa indossare, cosa ignorare.
Nel suo nuovo saggio Considera gli animali, Simone Pollo ci invita a guardare questo paradosso senza distogliere lo sguardo. Filosofo morale e docente alla Sapienza, Pollo non scrive per convertire, ma per far pensare. Il titolo stesso è un richiamo: non un ordine, ma una possibilità. Considerare gli animali significa, prima di tutto, riconoscerli. Non come simboli, ma come esseri viventi, senzienti, capaci di emozioni e dolore.
“Considera gli animali”
Alphaville 07.08.2025, 11:30
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Il libro parte da un punto semplice e potente: oggi, almeno in buona parte dell’Occidente, possiamo scegliere. Possiamo decidere cosa mangiare e cosa no. Non siamo più costretti a nutrirci di ciò che capita, come i nostri antenati o come un lupo che non può vivere di insalata e pasta e fagioli. Questa libertà alimentare ci obbliga a una riflessione etica: se possiamo evitare di causare sofferenza, perché non farlo?
Ma Pollo non si ferma alla tavola. Il saggio entra nel vivo quando affronta gli allevamenti industriali, dove la produzione di carne avviene con la stessa logica con cui si fabbricano scarpe o frigoriferi. Solo che, in questo caso, la catena di montaggio è fatta di esseri viventi. È una follia che abbiamo normalizzato, dimenticando che dietro ogni bistecca c’è un animale che ha vissuto – e spesso sofferto.
Eppure, senza gli animali domestici, senza l’allevamento, Homo sapiens non sarebbe quello che è. La nostra storia è intrecciata con quella di altre specie, in una coevoluzione che ci ha plasmati. Pollo ci ricorda che è difficile persino immaginare come sarebbe la vita oggi se fossimo rimasti cacciatori-raccoglitori. Forse non saremmo nemmeno qui.
Il libro esplora anche le ambiguità del nostro affetto: gli animali da compagnia, amati e viziati, convivono con quelli sfruttati, ignorati, dimenticati. E poi c’è l’impatto ambientale della carne, che non possiamo più fingere di non vedere. Le alternative esistono, dalla carne coltivata alle diete sostenibili, ma spesso incontrano resistenze culturali e politiche. Basti pensare al divieto della carne coltivata in Italia, che Pollo cita come esempio di ostacolo alla libertà di scelta e alla riflessione etica.
Pollo non propone una visione unica dell’animalismo. Anzi, ne mostra la complessità: c’è chi lotta per abolire ogni forma di sfruttamento, e chi cerca di migliorare le condizioni degli animali usati. C’è chi parla di diritti, e chi di benessere. Ma tutti, in qualche modo, si confrontano con lo stesso nodo: come possiamo vivere sapendo quello che sappiamo?
La risposta non è semplice. Ma Considera gli animali non cerca di semplificare. Cerca di aprire spazi. Di mostrare che il nostro rapporto con gli animali non è solo una questione di empatia, ma di giustizia, di coerenza, di futuro. E che, forse, il primo passo è proprio quello: considerare.