La Coppa Svizzera rimane ancora tabù per le squadre della pallavolo ticinese al femminile. Il Lugano, giunto per la seconda volta consecutiva in finale, per la seconda volta si è dovuto arrendere al Neuchâtel, dopo che nel 2009 era andato a vuoto il tentativo del Bellinzona. Se 12 mesi fa la finale era stata combattuta e risolta al quinto set, questa volta non c’è stata storia contro delle avversarie che le luganesi non battono dal 2020. Sin dalle prime battute le romande hanno schiacciato sull’acceleratore, mettendo in difficoltà le ticinesi che in tutti e tre i set si sono ritrovate a dover rincorrere, con diversi punti di ritardo dalle avversarie. Una posizione psicologicamente difficile, partendo già da sfidanti delle campionesse in carica. Le maggiori soluzioni d’attacco, la maggior potenza e pure un pizzico di esperienza in più a favore delle neocastellane, finaliste quest’anno in Europa nella Coppa CEV, hanno poi fatto sì che nel giro di un’ora il sogno Coppa fosse svanito per Allard e compagne.
Praticamente per tutti i presenti al caldo (sia per temperatura che per ambiente) e moderno palazzetto Win4 di Winterthur non c’è quasi stato nemmeno il tempo di realizzare di essere spettatori dell’ultimo atto femminile di Coppa Svizzera che lo spettacolo era già finito. Una sconfitta crudele per le ragazze di coach Oikonomou, perché le avversarie sono state spietate. Praticamente non si è mai avuta la sensazione che le ticinesi potessero opporsi con la costanza necessaria per restare in partita alle proprie antagoniste. Qualche punto conquistato qua e là e i pochi filotti di giocate vincenti non sono bastati, così come la resistenza mostrata sul finale di primo e terzo set quando il Lugano è riuscito a rinviare di qualche scambio l’ineluttabile verdetto.
Nonostante questa pesante sconfitta, alla fine le giocatrici del Volley Lugano non erano troppo corrucciate, come a dire che c’era poco da fare quest’anno contro avversarie di questo calibro, come confermato nelle dichiarazioni post partita. La fierezza e la consapevolezza per il percorso fatto pure in quest’annata, con un’altra finale di Coppa raggiunta e in attesa di sapere se in campionato sarà 3o o 4o posto finale, ha cancellato molto rapidamente l’amarezza per la sconfitta. L’unico neo, e lo ha dichiarato anche il presidente Bernasconi, è stato quello di non aver visto una reazione dopo aver perso il primo set. Ma una volta in balia delle avversarie, che non hanno mai alzato il piede dall’acceleratore, e frastornate dall’assordante rumore del palazzetto, nessuna tra le ticinesi ha saputo risvegliare le compagne per fermare il vortice che le ha spazzate via.
Il commento di Massimo Miccoli (Rete Uno Sport 07.04.2024, 10h00)
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