Calcio

È una Romania di Serie B, ma che può dire la sua

Lontani dall'epoca aurea, mister Iordanescu e i suoi "italiani" sognano il bis lucernese

  • 18 giugno 2023, 12:46
  • 24 giugno 2023, 09:13
Edward Iordanescu

Imbattuti, proprio come noi

  • Imago

dall'inviato a Lucerna Nicola Rezzonico

Dici Romania e subito, senza indugiare, la mente volge a Gheorghe Hagi. Impossibile scordare il Maradona dei Carpazi, quel talento cristallino che - accompagnato da un carattere ribelle e fumantino - seppe trascinare il Paese fino al podio del ranking FIFA. Ma in 26 anni, come suggerisce la discesa dal terzo al 46o posto, ne sono cambiate di cose. Se prima, tra il 1990 e il 2000, presenziare ai grandi appuntamenti era divenuta una sana abitudine, con peraltro licenza di sognare, l'ultimo ventennio ha specularmente centellinato le soddisfazioni. Soltanto due striminzite partecipazioni agli Europei, oltretutto di brevissima durata: 270’ nel 2008, altrettanti nel 2016.

L'occasione per redimersi potrebbe presentarsi già la prossima estate, chi lo sa. A patto di portare degnamente a termine una campagna qualificativa sì apertasi in modo lusinghiero (tre partite e sette punti), ma che ancora non ha permesso di trarre risposte esaustive. Queste giungeranno semmai domani sera, dopo lo scontro al vertice con la Svizzera. E, se vorrete, in rigoroso italiano, quasi una seconda lingua madre nello spogliatoio rumeno. Basti pensare che, dei 26 giocatori scelti per questa finestra, ben otto - Dragusin, Nedelcearu, Rus, Marius Marin, Morutan, Man, Mihaila e Puscas - hanno trascorso la stagione nella vicina penisola, tutti in Serie B.

Vero, mancherà la classe dei tempi d'oro (oggi il gioco ruota attorno al capitano e numero 10, Stanciu), eppure mister Iordanescu vagheggia il colpo grosso, stimolato dai precedenti più recenti. Il riferimento è all'1-1 del 2016, nel citato Europeo francese, e all'acuto del 2012, quando la capocciata di Grozav rovinò il debutto internazionale alla swissporarena, seppur in amichevole. Dobbiamo fare gli scongiuri? Forse, ma ricordiamoci che Lucerna, da lì via, ha regalato solo gioia e letizia (otto successi, precisamente, di cui sette "a zero"). A distanza di 11 anni, proveremo dunque a correggere quell'unica sbandata, così da prendere definitivamente il largo sulla concorrenza. Di fronte a noi, una muleta dagli stessi colori di venerdì, blu, giallo e rosso: vediamo allora di incornarla con maggiore decisione.

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