Dopo aver vestito la maglia della Svizzera U19 e U21, Amir Saipi ha preso la sua decisione: in futuro, tra i grandi, ci sarà spazio solo per il Kosovo. Quali, secondo Pier Tami, le motivazioni? “In questo momento le gerarchie tra i pali sono chiare, davanti a lui ci sono Kobel, Mvogo, Omlin e Köhn, tutti attivi nei principali campionati europei”. La concorrenza, insomma, può aver giocato un ruolo importante, come pure la volontà del giocatore di confrontarsi da subito a livello internazionale. “È vero, nell’immediato con noi non avrebbe ottenuto questa opportunità, ma la nostra porta sarebbe rimasta sempre aperta. Sarebbe dipeso dai progressi compiuti nelle stagioni future, oltre che dal suo desiderio di voler far parte del gruppo. L’interesse nei suoi confronti, d’altronde, lo avevamo ribadito appena prima degli Europei”.
I tempi per ritagliarsi uno spazio costante in Nazionale sono cambiati rispetto al passato. Per determinati ruoli bisogna anche saper attendere.
Per esplicitare meglio il concetto, Pier Tami ha poi citato l’esempio di Berat Djimsiti: “Ero il suo allenatore nella Svizzera U21 e a quei tempi nessuno, probabilmente nemmeno lui, pensava potesse raggiungere il livello che ha toccato oggi con l’Atalanta. Se avesse pensato di diventare tra i migliori difensori della Serie A, piuttosto che l’Albania forse avrebbe scelto la Svizzera, proprio perché gli avrebbe dato la possibilità di disputare dei grandi tornei”. Una questione di opportunità, ma soprattutto volontà: “Per indossare la nostra maglia la condizione resta essenzialmente una, quella di crederci al fine di raggiungere un obiettivo che si desidera fortemente. Se ci sono altri aspetti che entrano in gioco, allora è bene che si decida altrimenti”. Così evidentemente è stato, perlomeno nel caso di Saipi.
SL, il servizio su Lugano-Winterthur (Telegiornale 29.09.2024, 20h00)
RSI Sport 29.09.2024, 19:45