CALCIO - NATIONS LEAGUE

A Zurigo c’è poco di buono in serbo, la Svizzera è retrocessa

Terzic rovina tutto nel finale dopo il gol di Amdouni e un miracolo di Kobel

  • 3 ore fa
  • 2 minuti fa
Granit Xhaka

Doccia gelata

  • Keystone

1 - 1

Svizzera

Serbia

  • 78'

    Amdouni

  • 88'

    Terzic

Di: Nicola Rezzonico 

L’amara sentenza, purtroppo, è giunta con una giornata d’anticipo. Dopo quattro edizioni ininterrotte tra le grandi d’Europa, nella prossima Nations League la Svizzera sarà costretta ad esibirsi in Lega B. Al Letzigrund bisognava vincere, senza se e senza ma, e invece si è pareggiato. L’1-1 finale sa davvero di beffa, perché ai punti la banda di Yakin avrebbe meritato ben più della Serbia. Tant’è: lunedì, a Tenerife, si giocherà soltanto per l’onore.

Non Muheim, come ci si poteva attendere alla vigilia, bensì Amenda. Nella (forzatamente) sperimentale difesa elvetica c’è subito stato spazio per un debuttante, il centrale dell’Eintracht, chiamato a misurarsi con un cliente scomodo come Vlahovic. Davanti, per contro, niente sorprese: al posto di Ndoye riecco infatti Okafor, che non partiva titolare da fine marzo. E quale regalo migliore del gol per riconciliarsi definitivamente con l’ambiente? Solo la sfortuna - vedi una deviazione avversaria su cross di Edimilson e la susseguente traversa... di coscia/petto - ha negato al numero 9 il classico rientro col botto, al 28’ di un primo tempo in cui i nostri (pur tra una certa confusione generale) si sono fatti globalmente preferire. Rischiando, di fatto, soltanto in due occasioni, entrambe sciupate dal citato juventino: prima di testa, poi con la chiusura provvidenziale di Cömert.

Da eroe a colpevole, però, il passo è breve. Sì, perché a inizio ripresa lo stesso ex Lugano - nell’intento di arginare Mitrovic - ha originato un rigore che avrebbe potuto far calare il sipario con largo anticipo. E invece no: con un miracolo di piede, Kobel è acrobaticamente riuscito a respingere il tentativo del capitano, caricando i suoi e, nel contempo, il pubblico zurighese. Il quale, poco dopo, è rimasto incredulo nell’assistere a un’altra parata clamorosa, più - va detto - per demeriti di Amdouni che per meriti di Petrovic. Ma a quel punto, anziché demordere, Xhaka e soci (rinvigoriti da un triplice cambio) hanno sostanzialmente preso d’assalto l’area di rigore rivale, fino alla rete che ha fatto balzare in piedi buona parte dello stadio, per merito di Zeki. E peccato che nell’incandescente finale il destro di Edimilson si sia stampato sul palo, poiché in quel caso il sorpasso, legittimo, sarebbe stato realtà. Tutt’altro: a un niente dal 90’, Terzic, così dal nulla, ha riscritto un epilogo tanto imprevedibile quanto crudele, un epilogo che, ahinoi, ci condanna al quarto posto. Che dire: forse, malgrado tutto, redimersi in purgatorio per un biennio farà bene.

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