Dal nostro inviato in Brasile Severino Piacquadio
Romero come Goycochea. Vlaar e Sneijder come Donadoni e Serena. La storia regala una replica quasi perfetta della semifinale Mondiale di 24 anni fa. Il portiere che diventa numero uno per caso, grazie all'infortunio del titolare, e il portiere che l'opinione pubblica avrebbe voluto riserva, ma che Sabella ha difeso e confermato titolare.
Ventiquattro anni dopo, l'Argentina va in finale e ci va allo stesso modo. Tenendo blindato il pari contro un avversario più propositivo ma privo di spunti (l'Italia AL San Paolo nel 1990, l'Olanda A San Paolo ieri sera). E ad attenderla, oggi come allora, c'è la Germania.
Messi spera che il déjà-vu finisca qui. Che non ci siano rigori inventati all'85' come all'Olimpico 24 anni fa, e niente lacrime da versare in mezzo al campo mentre i tedeschi alzano la coppa. Conta di rivivere ciò che Maradona ha vissuto ma solo tornando indietro di altri 4 anni, 1986. Finale Argentina-Germania. Spera che al suo fianco ci sia Di Maria, per trasformarlo nel Burruchaga contemporaneo.
In Brasile hanno già un trauma da elaborare, quello di Belo Horizonte. Non riuscirebbero a sopportarne un secondo in pochi giorni. Vedere Messi in mezzo al Maracanà, la coppa al cielo, l'Argentina che trionfa in Brasile.
Sarebbe troppo.