Predrag Pasic, un pallone contro i cecchini

di Marcello Ierace

C’era una volta una città gioiello. Una città-simbolo di integrazione che verrà però trafitta al cuore da quattro anni di sanguinoso assedio. Ma anche sotto le bombe, sotto il fuoco codardo dei cecchini c’è chi ha avuto la forza - per alcuni la follia - di piantare semi di speranza in un progetto sportivo interetnico ed interreligioso dedicato ai bambini. Stiamo parlando di Predrag Pasic e della scuola calcio Bubamara di Sarajevo.

Predrag Pasic, di etnia serba e religione ortodossa, per dieci anni gioca con l’FK di Sarajevo, di cui diventa una vera e propria bandiera e con cui conquista anche un titolo nazionale nel 1985. Viene selezionato anche nella Nazionale jugoslava con cui partecipa ai Mondiali di Spagna ‘82. A Sarajevo Pasic cresce come giocatore ma anche come uomo. Nel club dell’FK è attivo un preparatore psicologico con idee molto all'avanguardia. Alla base delle sue teorie vi è che la diversità è sempre da considerare una risorsa e mai un ostacolo: il suo nome è... Radovan Karadzic. Nel 1991 Pasic, allo scoppio della guerra civile, potrebbe lasciare tutto e andare via. Ha davanti ancora un paio d’anni di buon agonismo e le offerte, soprattutto dalla Germania, non mancano. Ma lui decide di restare. E guardare avanti, pensare al futuro. Decide di fondare una scuola calcio e le dà il nome di Bubamara. E in modo miracoloso l’attività di Bubamara cresce e si sviluppa e soprattutto vanno avanti i ragazzi. Che si prendono per mano, tutti insieme, ogni giorno, per attraversare un ponte sotto il tiro di mortai e cecchini. Per quattro lunghi anni. Fino al 1996 quando finalmente Sarajevo verrà liberata dall’assedio.

Playlist
Bubamara – Goran Bregovic, 3’55” (Barclay)
Miss Sarajevo – George Michael, 5’11” (Virgin)
Something Just Like This – Missy & Blonde, 3’09” (YouTube)