Quattro anni fa il mondo del calcio piangeva uno dei suoi più grandi interpreti, che con la propria squadra - l'Ajax - e la propria Nazionale - l'Olanda - segnò un'epoca e compì una delle grandi rivoluzioni della storia pallonara. Johan Cruijff (Amsterdam 25 aprile 1945 - Barcellona 24 marzo 2016) e il suo numero 14 sulla schiena sono infatti gli emblemi di quel calcio totale che caratterizzò il decennio tra la seconda metà degli anni '60 e la prima metà degli anni '70.
Con i Lancieri vinse 9 campionati e 6 coppe nazionali, oltre a tre Coppe dei Campioni consecutive (1971-73), una Supercoppa e una Coppa Intercontinentale. Con gli Oranje perse la finale dei Mondiali del 1974 contro la Germania Ovest e si mise al collo il bronzo europeo in Jugoslavia nel 1976. Da allenatore diede poi il la ai grandi fasti del Barcellona della storia recente guidando Pep Guardiola e compagni alla conquista della loro prima Champions League nella finale di Wembley del 1992 contro la Sampdoria.
Soprannominato il Profeta del gol da Sandro Ciotti e il Pelé bianco da Gianni Brera, Cruijff ha unito al suo eccesso di talento un consumo eccessivo di sigarette che gli hanno probabilmente stroncato professione e vita anzitempo. Dapprima una serie di problemi al cuore gli hanno infatti impedito di proseguire la carriera di allenatore nel 1996 e poi un tumore ai polmoni annunciato nel 2015 se l'è portato via all'età di 68 anni.
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