CALCIO - IL COMMENTO

Sabbatini e quella musica che scaccia il rumore dei rimpianti

Il sogno titolo è svanito per il Lugano, ma la Champions è a un passo

  • 17 maggio, 08:45
  • 17 maggio, 10:31
Sabbatini

Capitano e direttore d'orchestra

  • freshfocus
Di: Diego Medolago 

Chissà tra qualche anno come sarà la narrativa riguardo a questa stagione per il Lugano. Difficile da prevedere, pure in questo preciso istante è complicato barcamenarsi tra la possibilità ormai sfumata della conquista del titolo (ipotesi comunque remota già all’inizio di questo turno finale) e l’avvicinarsi del secondo posto, sinonimo di preliminari di Champions League. La logica vorrebbe che il traguardo (quasi) raggiunto dai bianconeri dovrebbe far gioire tutti. Eppure rimane quel minimo sentore di rimpianto nell’anticamera del cervello. Quella piccola vocina che sussurra malevola, ricordando quelle occasioni per poter arrivare là dove solo qualche stagione fa era impossibile andare.

Le occasioni, giusto. La partita contro il Winterthur poteva essere uno specchio fedele del Lugano versione 2023-24. Grande gioco, ottimi movimenti, occasioni create a ripetizione. Ma di un gol nemmeno l’ombra. E soprattutto, alla prima vera chance l’avversario ha colpito. Di nuovo, come contro il San Gallo. Un déjà vu che avrebbe potuto insinuarsi nella testa e nelle gambe di Steffen e compagni, riportando alla mente altre partite maledette di questa stagione: la sconfitta in casa contro lo Stade Lausanne, poi retrocesso, oppure il ko a Ginevra quando l’incontro sembrava saldamente in pugno, prima dell’espulsione di Grgic e il conseguente ribaltone finale.

E invece, dal nulla, ecco che una zuccata in mezzo all’area di uno dei più “piccoli” di statura, ma sicuramente dei più grandi per cuore e attaccamento alla maglia, ha rimesso tutto sui binari giusti. Sabbatini è il condottiero di questa squadra: lui c’era in certe gelide serate di novembre davanti a pochi intimi contro il Wohlen di turno in Challenge League, conosce il percorso fatto per arrivare fino a dove il Lugano è ora. E da vero direttore d’orchestra ha fatto ripartire nelle orecchie dei suoi compagni l’eco di quella musichetta speciale, che si ascolta nelle serate importanti europee e che allontana ogni possibile vocina di rimpianto. Quella musica che il Crus sogna da tempo e che ora è più forte e vicina che mai.

Legato a Rete Uno Sport del 17.05.2024, 07h15

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