Sarà Davide il nostro Golia?

Negli ultimi tre mesi - ossia dalla partenza di Giorgio Contini dal ruolo di viceallenatore di Murat Yakin - erano trapelati diversi nomi che avrebbero dovuto accompagnare quello di Davide Callà, per uno staff della Nazionale rinnovato oltre che rimpolpato nel ruolo, tutt’oggi vacante, del team manager. Alex Frei, Stephan Lichtsteiner e Diego Benaglio sembravano in pole position ma dopo settimane di incontri, colloqui e proposte sul tavolo della ASF è rimasto solo il profilo di Davide Callà.

Nessun ex nazionale, uomo dei record o icona del calcio svizzero. No: il prossimo assistente di Yakin sarà una figura fortemente legata al calcio elvetico, che parla benissimo tutte le lingue nazionali, di assoluto potenziale ma che al contempo non può vantare un curriculum internazionale e che - dopo aver da poco chiuso la carriera da calciatore - ha ricoperto il ruolo di assistente dapprima a Winterthur ed in seguito a Basilea. George Lucas, nella sua saga di Guerra Stellari, lo definirebbe “un Allievo Padawan”, insomma almeno sulla carta non colui in grado di far fare il salto di qualità immediato ad una Nazionale, ricordiamolo Europeo a parte, reduce da un 2024 orribile e concluso con la retrocessione nella Lega B di Nations League.

Tre mesi di tergiversazione per quello che sembrerebbe un compromesso, tre mesi di indugio per non avere ancora un team manager e - tra un’amichevole e l’altra - nel limbo dell’attesa sarà costretta anche la stessa Nazionale prima di arrivare a settembre, quando inizieranno i giochi che contano con le qualificazioni al Mondiale del 2026 contro Slovenia, Svezia e Kosovo, laddove un mancato pass sarebbe un grande fallimento. A questo punto però una domanda sorge lecita e spontanea: nelle altre squadre nazionali grandi leggende del passato come Bierhoff nella Germania, Hierro nella Spagna o Buffon nell’Italia sono o sono state parte dell’organigramma. Perché da noi è così difficile?