dall'inviato ad Andorra la Vella Nicola Rezzonico
Si chiama Haris, ha origini bosniache, può contare su un fisico erculeo ed è, più semplicemente, il re dei bomber elvetici nell'anno solare. Seferovic, esclamerà qualcuno poco accorto. E invece no. A questo identikit risponde solo e soltanto un personaggio che, dopo tanta mediocrità, ha deciso di emergere dall'anonimato giusto a due passi dalla Svizzera, in quel di Lustenau. Dapprima una promozione conquistata quasi in solitaria, con 27 reti in 23 presenze, poi - salutato il comune di frontiera da capocannoniere della cadetteria - la definitiva consacrazione a Vienna, sponda Austria. Qui, numeri e record clamorosi (mai nessuno, prima di lui, aveva infilato i cugini del Rapid per ben sei volte in una singola stagione) gli sono valsi l'appellativo di "Jesus": signore e signori, ecco a voi Haris Tabakovic.
Cifre stupefacenti, dicevamo. Già, perché sul fronte europeo sono in pochi, pochissimi a reggere il passo col lungagnone di Grenchen. Non tanto per i centri totali (18, più uno in Coppa), bensì, piuttosto, per quelli realizzati da gennaio via. Considerando i massimi campionati, solamente quattro giocatori hanno superato i 16 del nostro, peraltro a fatica: Icardi (18), Lacazette, Osimhen e Kane (tutti 17). E lì a 16 vi è altresì Mbappé, appena sopra a un certo… Haaland. Restringendo il lasso temporale al periodo che si estende dal 10 febbraio (data della ripresa nella Bundesliga austriaca) a oggi, il dato diviene poi ancor più sbalorditivo. Indovinate chi guarda tutti dall'alto? Sì, proprio Tabakovic, assieme al sopracitato fuoriclasse francese. Davvero niente male, per uno che in Super League viaggiava alla media di un gol ogni 484'!
Scontato, dunque, che diverse società (tra cui Fiorentina, Genoa e Frosinone) stiano bussando alla porta del DS Ortlechner, stuzzicate dal prezzo accessibile dell'operazione. Meno logico - anzi, ai limiti dell'incomprensibile - che nel selezionare gli uomini per gli impegni alle porte, e in un momento storico in cui le convocazioni "stravaganti" non mancano (si vedano Bottani, Frick, Schmid o Bislimi), mister Yakin abbia spietatamente trascurato l'attaccante più in forma, anche dopo il forfait della principale certezza offensiva, Embolo. Infliggendo, ne siamo certi, un duro colpo al morale del diretto interessato. "È ovvio che pensi alla Nazionale, le mie prestazioni dovrebbero essere apprezzate": parole di un mese fa, parole che ora suonano beffarde, senza trovare sollievo in un magro contentino, l'inserimento nella lista degli elementi di picchetto. Peccato insomma, per due motivi. Il primo: contro avversari che perlomeno sul piano fisico promettono battaglia (si ricorderà che nel 2016, qui in terra andorrana, rischiammo la figuraccia, spuntandola solo di misura), i 194cm del 28enne solettese avrebbero senz'altro fatto comodo. Il secondo, più ampio, riguarda invece la possibilità di un'incombente minaccia straniera: "Se la Svizzera non mi chiamerà, forse lo farà la Bosnia. E in quel caso, sarebbe un'opzione da considerare", per rievocare l'intervista precedente. Speriamo allora, in un futuro prossimo o remoto che sia, di non doverci mordere le mani.
Nazionale, l'intervista a Manuel Akanji (Info Notte Sport 14.06.2023)
RSI Sport 14.06.2023, 21:22
Il servizio con Steven Zuber (Rete Uno Sport 15.06.2023, 12h30)
RSI Sport 15.06.2023, 12:27
Il servizio con Manuel Akanji (Rete Uno Sport 14.06.2023, 18h30)
RSI Sport 14.06.2023, 18:54