Il Lugano nulla può contro lo strapotere dello ZSC

Se la immaginava probabilmente differente Vicky Mantegazza la 700a partita da presidente del Lugano. La sua squadra infatti nulla ha potuto contro uno Zurigo rivelatosi palesemente più forte dei bianconeri: un dominio incontrastato quello dei Lions, che per 30’ buoni hanno disegnato hockey senza che Thürkauf e compagni potessero opporre una resistenza degna di nota. Il 5-2 con cui si è concluso il match non descrive completamente la differenza vista in pista alla Cornèr Arena.

E pensare che, come già accaduto ieri a Losanna, a passare in vantaggio sono stati i padroni di casa: dopo un miracolo di Koskinen, preferito a Schlegel con Carr in sovrannumero, Arcobello ha freddato Zumbühl - alla prima stagionale - con un precisissimo polsino. Una rete che non ha tracciato la via per i bianconeri, bensì ha svegliato il... leone che dormiva. Gli uomini di Crawford hanno preso in mano le redini del confronto, trovando il meritato pareggio in powerplay con una bordata di Rohrer e mettendo nel contempo in affanno a più riprese la retroguardia luganese.

Se possibile, i Lions hanno aumentato ancor di più il ritmo nel secondo periodo, costringendo i sottocenerini per diversi minuti nel proprio terzo senza possibilità di uscita. Logica conseguenza, dopo diversi salvataggi di Koskinen, il punto del vantaggio trovato da Malgin, lasciato colpevolmente solo davanti al portiere finlandese. I padroni di casa hanno provato ad uscire dal guscio ad inizio terzo periodo, venendo però colpiti a stretto giro di posta da Chris Baltisberger e Frödén. Ai bianconeri va dato atto di non aver gettato la spugna nonostante lo svantaggio: Thürkauf ha trovato in powerplay il 4-2, ma ancora Frödén a porta sguarnita ha definitivamente spento le velleità sottocenerine.