MOTO

“In Svizzera manca una base per far crescere i nuovi talenti”

Le parole di Tom Lüthi sulla situazione del motociclismo rossocrociato

  • Oggi, 10:20
  • Oggi, 13:13
lüthi

Il campione elvetico sulla griglia di partenza nel 2021, sua ultima annata di competizioni

  • Keystone

Come sta il movimento, se così si può chiamare, del motociclismo in Svizzera? Bene, ma non benissimo, se dovessimo rispondere in poche parole. Ne ha parlato invece più approfonditamente a La Domenica Sportiva Tom Lüthi, ex pilota svizzero, campione del mondo della classe 125 nel 2005 e protagonista per oltre un decennio nelle categorie intermedie del Motomondiale, tra Moto2 e 250cc. “Prima del mio titolo mondiale in Svizzera non c’erano tecnici di livello e lo sport riceveva poca attenzione mediatica. Ho avuto la fortuna di essere scoperto da quello che sarebbe poi diventato il mio manager e con lui ho potuto fare il salto di livello”, ha ammesso il 38enne.

Al top non conta la nazionalità ma la performance, mentre a livello giovanile la provenienza può pesare in base al mercato, che è più ampio in alcuni paesi rispetto al nostro

Tom Lüthi

“Penso che la presenza di un team svizzero di livello nel Motomondiale non aiuti in modo concreto lo sviluppo dei nostri talenti, credo invece che molto più importante sia un lavoro alla base. Lo vediamo ad esempio con Valentino Rossi che, ovviamente con ampi mezzi finanziari, ha creato una sua accademia dove c’è la possibilità di compiere passi graduali per costruirsi una carriera. In Svizzera - ammonisce il campione iridato - ciascuno deve in sostanza arrangiarsi da solo. Cerco di seguire l’evoluzione dei nostri talenti, che ci sono, ma manca una struttura di base che permetta un lavoro collettivo al di là dei progetti individuali”. Nessun dramma dunque, ma se in futuro vorremo avere nuovi campioni che potranno portare i colori rossocrociati là dove più conta, bisognerà investire nelle fondamenta del movimento.

02:02

Moto, il servizio con Tom Lüthi (02.03.2025)

RSI Sport 02.03.2025, 19:53

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