Un occhio al diploma, l’altro a Los Angeles

La valigia non è enorme, vivendo a pochi chilometri da Parigi ha inserito giusto lo stretto necessario. Ma un posticino Claire Ghiringhelli dovrà trovarlo, perché sulla mensola di casa andrà esposto il diploma paralimpico appena conquistato. Un risultato non scontato per chi, a 46 anni, scende sull’acqua per la prima volta a questi livelli.

In questi giorni abbiamo imparato a conoscerla, abbiamo immediatamente percepito tutta la sua tenacia e voglia di vincere. Una mentalità che nella vita l’ha spinta a non mollare e l’ha aiutata a rialzarsi dopo essere finita sulla sedia a rotelle.

Dopo le lacrime amare per l’esclusione dalla finale A, la ticinese nel suo ultimo giorno dei Giochi ha parlato di orgoglio per il cammino fatto. Una strada tortuosa, per non dire altro, che però ha affrontato con la famiglia e gli amici di sempre, quelli che hanno colorato di rosso la tribuna e trasformato la zona famiglie in una vera e propria festa dopo ogni gara della loro beniamina.

Quella di Claire probabilmente non è una storia tanto diversa da altre che si possono sentire qui a Parigi, ma lo è per chi si affaccia a questo mondo sportivo per la prima volta, persone come il sottoscritto. E se i vissuti di queste persone non lasciano indifferenti, è poi la reazione, l’istinto di superare i propri limiti a colpire.

Non è da meno la rossocrociata, che in un attimo ha dovuto rivedere progetti futuri e riscriversi l’indomani. Lo ha fatto anche grazie allo sport e partecipare ad una paralimpiade l’ha in parte ripagata degli sforzi.

In ogni caso questo non è il punto di arrivo, ma quello di partenza, perché ora ci ha preso gusto e fatte le prove generali, tra quattro anni vuole volare a Los Angeles per migliorarsi e per continuare a stupire.