"Nessun trattamento di favore per Djokovic"

È una vera e propria bufera di critiche quella scatenata dalla notizia dell'ammissione con esenzione medica di Novak Djokovic agli imminenti Australian Open, un torneo riservato ai soli vaccinati, stando alle regole dello Stato di Victoria, salvo appunto alcune piccole eccezioni. E il fatto che una di queste eccezioni sia stata riservata al numero uno al mondo, nonché uno dei tre signori da 20 Slam e detentore del trofeo, ha fatto storcere il naso ai più.

A tentare di gettare un po' di acqua sul fuoco ci ha allora pensato Craig Tiley, direttore del torneo e della Federazione australiana, che ha invitato il serbo a svelare le ragioni della sua esenzione ed ha sottolineato come non ci siano stati trattamenti di favore. "Lo incoraggio a parlare alla comunità - ha detto - Abbiamo attraversato un periodo molto difficile negli ultimi due anni e apprezzerei certe risposte. In ogni caso tutte le persone che soddisfacevano le condizioni per entrare, sono state ammesse".

E anche le autorità locali si sono dovute difendere dalle accuse di applicare trattamenti speciali a gente che arriva dall'altra parte del mondo, dopo che a Melbourne i cittadini hanno vissuto uno dei lockdown più duri e lunghi di tutta la pandemia. "Capisco che la popolazione sia risentita - ha spiegato la ministra dello sport Jaala Pulford - ma il processo di selezione è stato incredibilmente robusto". Delle 26 domande di esenzione (sugli oltre 3'000 partecipanti tra tennisti e staff tecnico) solo una manciata è stata accettata.