Stan fa il suo, ma Hüsler rovina l'en plein

Belinda Bencic (WTA 13) e Dominic Stricker (ATP 128) avevano tracciato la retta via, Stan Wawrinka (49) si è unito di buon grado, mentre Marc-Andrea Hüsler (97) ha perso la trebisonda proprio a un passo dalla meta. E così, saranno tre i rappresentanti elvetici al secondo turno degli US Open. Un risultato sì importante, pur nella consapevolezza che è mancato poco, davvero poco al clamoroso en plein: se il veterano del gruppo ha pienamente fatto il suo, grazie al 7-6 (7/5) 6-2 6-4 inflitto a Yoshihito Nishioka (44), il mancino zurighese si è invece inceppato quando la prima vittoria in un Major distava un misero game, e con - per giunta - il servizio dalla propria parte. Ma è appunto lì che Hubert Hurkacz (17) ha improvvisamente cambiato marcia, per rigirare il confronto sul 4-6 5-7 7-6 (7/0) 6-3 6-1 finale.

Sempre memore del trionfo datato 2016, l'ultimo a livello di Slam, il vodese ha da subito palesato l'intenzione di voler tornare a graffiare in un torneo che aveva smesso di regalargli soddisfazioni da ormai quattro anni. La resistenza nipponica è allora sostanzialmente durata un solo set, il primo (orfano di break), dopo di che Stanimal - per l'occasione tirato a lucido - ha presto preso il largo, a suon di ace (12 quelli complessivi) e vincenti (38). Vero, d'altro canto resta qualche errore non forzato di troppo (27), ma il prossimo sfidante, Tomas Martin Etcheverry (34), è avvisato: questo Wawrinka versione 2023 può ancora benissimo dire la sua, come lo stesso argentino ha avuto modo di constatare personalmente a Wimbledon.

La battaglia tra i due giganti di 196cm ha per contro immediatamente assunto una piega inaspettata. Forte dell'istantaneo 2-0, Hüsler si è infatti calato alla perfezione nel ruolo dell'outsider guastafeste. Riguardo alla sua prestazione, nulla da eccepire fino al 5-4 della terza frazione: quattro break effettuati e soltanto uno subito, di fronte a un avversario a tratti irriconoscibile. Poi, ecco il blackout che non ti aspetti. I quattro punti necessari per vincere sono finiti uno dopo l'altro in mani polacche, e da lì in seguito - con il crescente rimpianto per l'occasione sciupata - ogni certezza è inesorabilmente crollata, sino all'amaro epilogo-beffa.