Musica Pop

Mahmood ha il suono dell’internazionalità

Il volo verso l’alto di un artista che sta portando la sua musica a un altro livello

  • 19 aprile, 17:39
  • 21 aprile, 10:47
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Di: Simona Rodesino

Mahmood è un artista che ti fa pensare che il mondo è proprio lì, a portata di mano. Se parliamo di musica, arte, performance e spettacolo. Dagli esordi ad oggi, ci ha dimostrato che in Italia un altro tipo di sound è possibile. Un sound innovativo con diverse influenze che unisce pop, rap, R&B e melodie mediorientali. A volte reca messaggi importanti e racconta viaggi interiori, a volte ti fa ballare e ti coinvolge e a volte riesce a fare tutte e due le cose insieme. Il tutto sostenuto da un timbro di voce, da una presenza scenica e da un’estetica inconfondibile: quando Mahmood sale sul palco, non gli stacchi gli occhi di dosso. Il suo stile e i suoi look sono testimoni di una moda contemporanea e genderless. Insomma, ha tutti i numeri per mirare a un pubblico più vasto, internazionale. D’altronde, il processo è già iniziato e sembra inarrestabile. Basti pensare che nel 2022 Dua Lipa lo ha invitato al Sunny Hill Festival a Pristina, da lei organizzato, accanto a star come J. Balvin e Diplo. E poi, il successo del suo terzo e ultimo album -Nei letti degli altri- e del tour europeo in corso sono sintomatici della sua potenza. Mahmood è grande-sempre più grande- a presto potrebbe esserlo ancora di più.

Il perfetto equilibrio tra vecchio e nuovo

Un' ora per voi 03.03.2024, 13:00

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L’artista, classe ‘92, è nato e cresciuto a Milano da madre sarda e padre egiziano. La sua scalata verso l’alto parte dalla vittoria a Sanremo giovani nel 2018, con Gioventù bruciata. L’anno successivo trionfa nuovamente tra i Big con Soldi, che conquista anche il secondo posto all’Eurovision Song Contest. Nello stesso anno riceve il MTV Europe Music Award per il miglior artista italiano. Memorabile poi, la sua vittoria a Sanremo con Brividi, nel 2022, insieme a Blanco.

Sin dagli inizi era chiaro che Mahmood stava portando in Italia qualcosa di nuovo, di mai visto prima. Però, ripercorrere oggi tutti questi momenti ci fa capire quanto Mahmood sia cresciuto e si sia evoluto. Le sue performance live hanno raggiunto un altro livello: sa ballare, accompagnandosi al canto, e non lo nasconde. Questa evoluzione si ritrova anche nelle sonorità, nelle produzioni e nei testi delle sue canzoni. Ne è una prova il suo ultimo album, un viaggio introspettivo che ripercorre le fasi della sua vita, partendo dalle origini e dall’infanzia per arrivare ad oggi.

“Questo disco l’ho scritto veramente con un po’ più di maturità rispetto ai dischi precedenti perché credo che comunque negli ultimi due anni e mezzo mi sono evoluto abbastanza, proprio a livello emotivo, nel relazionarmi con le persone. E questo ho cercato di trasportarlo nei testi.”

Con questo disco è arrivato Tuta Gold. Il brano, sesto classificato all’ultimo Festival di Sanremo, nelle settimane seguenti alla kermesse ha spaccato le classifiche, diventando la canzone italiana più streammata al mondo. Una potenza di fuoco, un tormentone, una hit baile funk che risuona ancora ovunque: sui social, nei bar, in discoteca e nell’auto accanto a noi in attesa al semaforo. Effetto Mahmood, effetto Tuta Gold.

Non tutti sanno che Mahmood è anche autore di canzoni per altri artisti: per esempio ha collaborato alla scrittura di pezzi per Elodie (Nero Bali e Andromeda), Marco Mengoni (Hola-I say) e ritornelli per rapper come Fabri Fibra (Luna), Marracash (Non sono Marra) e Gué (Doppio Whisky). È un artista completo che sta avendo successo all’interno di un mercato sempre più saturo e competitivo.

“Oggi penso che il più grosso problema per un artista sia forse la durata. A volte ho la sensazione che si possa essere super dimenticabili oppure passare a essere la “cosa” del momento nel giro veramente di un minuto.”

Forse la cosa che più ti colpisce di Mahmood è che gli credi. Gli credi quando canta, quando racconta la sua storia attraverso i testi, quando si esibisce. Possiede un’attitude e una maturità che fanno di lui un artista pronto ad aprirsi sempre di più al mondo. Ha il suono dell’internazionalità e della contemporaneità ed è un suono magnifico.

“Ci sono tante cose belle ma anche cose brutte in questo lavoro. Brutte nel senso di pesanti, che ti tengono tanto impegnato, che ti tolgono un po’ la gioia del lato artistico. Quindi l’unica cosa che ti rimane del lato artistico è seguire la propria visione. Se non segui neanche quella allora non ha più senso fare questo lavoro.”

Nei camerini degli altri: Mahmood

Gian Luca Verga, Stefano Franchini 19.04.2024, 12:00

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