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Gaza, Hamas accetta l’accordo sulla tregua

Il movimento ha detto ai mediatori egiziani e del Qatar che accetta l’intesa sul cessate il fuoco - Israele non ha ancora risposto e prepara l’operazione di Rafah - Raid aerei in corso

  • 6 maggio, 18:57
  • 6 maggio, 23:29

Hamas accetta la tregua

Telegiornale 06.05.2024, 20:00

  • Keystone
Di: AFP/AP/Reuters/ANSA/RSI Info

Hamas ha detto ai mediatori egiziani e del Qatar che accetta l’accordo sul cessate il fuoco a Gaza devastata da 7 mesi di guerra. Lo riferisce al Jazeera che cita media internazionali, ripresa anche da Haaretz.

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha informato il premier del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani e il capo dell’intelligence dell’Egitto, Abbas Kamel, “dell’approvazione da parte del movimento della loro proposta sull’accordo di cessate il fuoco”. Haniyeh ha chiamato direttamente i due leader al telefono, annuncia un comunicato di Hamas su Telegram, dove si legge che Haniyeh ha informato anche l’Iran, parlando con il ministro degli esteri Hossein Amir Abdollahian informandolo anche “dei dettagli dell’accordo”. “Adesso la palla è nel campo di Israele”, ha detto un esponente di Hamas.

Dal canto suo, Khalil al-Hayya, il vice di Yahya Sinwar, il capo di Hamas a Gaza, ha detto in un’intervista ad al Jazeera che Hamas “ha concordato un cessate il fuoco temporaneo nella prima fase dell’accordo”.

“Ma all’inizio della seconda fase, che include il rilascio dei soldati israeliani in ostaggio, sarà annunciato - ha spiegato - un cessate il fuoco permanente”. I mediatori di Qatar e Egitto avrebbero promesso - prosegue nell’intervista - che “il presidente Biden sarebbe un garante che l’accordo venga messo in atto”.

L’annuncio di Hamas sul cessate il fuoco giunge in extremis, poche ore dopo che Israele ha ordinato a circa 100’000 palestinesi, già stremati da 6 mesi di guerra, di iniziare l’evacuazione dalla città meridionale di Rafah, segnalando che un’invasione di terra, a lungo minacciata, potrebbe essere imminente. Dopo la pubblicazione della dichiarazione di Hamas i palestinesi hanno esultato nelle tendopoli intorno a Rafah, sperando che l’accordo significhi che l’attacco israeliano sia stato evitato, ma in serata le agenzie internazionali hanno dato notizia di intensi raid aerei israeliani in corso a Est della città di Rafah. Gli attacchi sono stati incessanti per circa trenta minuti, ha detto il corrispondente dell’AFP poco prima delle 19.00. Dei veicoli blindati, secondo rapporti palestinesi, avrebbero attraversato la recinzione di confine nell’area di Kerem Shalom, avanzando nei quartieri a est di Rafah. In serata, il gabinetto di guerra ha “deciso all’unanimità di continuare la sua operazione a Rafah”.

Israele non ha rilasciato alcun commento immediato sull’accordo e i dettagli della proposta non sono ancora stati resi noti. Il team negoziale israeliano, guidato dal capo del Mossad David Barnea, ha ricevuto e sta studiando la risposta di Hamas ai mediatori egiziani. “Stiamo verificando la proposta e le sue conseguenze”, ha detto una fonte citata dai media. Sempre il gabinetto di guerra ha deciso di inviare una delegazione al Cairo, martedì, “per continuare a esplorare la possibilità di raggiungere un accordo a condizioni accettabili”.

Il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz ha detto che “la proposta avanzata da Hamas non corrisponde al dialogo che ha avuto luogo finora con i mediatori e presenta lacune significative”, confermando che la squadra negoziale sta esaminando il testo. Gantz ha poi detto che “l’operazione a Rafah è parte integrante del nostro impegno e dei nostri sforzi per riavere i nostri ostaggi e cambiare la realtà della sicurezza nel sud”.

Anche con i recenti sviluppi, Israele si sta preparando “alla possibilità dell’operazione di terra a Rafah”, dopo l’evacuazione dei civili per cui valgono ancora le disposizioni di spostamento annunciate questa mattina. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari riferendosi all’annuncio di Hamas sull’accettazione dell’accordo proposto dai mediatori. “Esaminiamo ogni risposta molto seriamente ed esauriamo ogni possibilità sui negoziati e il ritorno degli ostaggi alle loro case il più rapidamente possibile come compito centrale. Al tempo stesso - ha proseguito - continuiamo e continueremo ad operare nella Striscia”. L’esercito israeliano ha quindi ripetuto l’appello ai palestinesi residenti nei quartieri orientali di Rafah ad evacuare l’area, come preludio a una “operazione di terra”. “Stiamo chiedendo ai residenti questa sera (lunedì) di evacuare le aree specifiche che abbiamo designato”, ha dichiarato Hagari. “Nel corso della giornata, l’aviazione ha colpito più di 50 obiettivi terroristici nell’area di Rafah”.

Il portavoce del dipartimento di Stato USA, Mattew Miller, ha confermato che Hamas “ha risposto” al piano per una tregua e che Washington “sta valutando la risposta in tempo reale”.

Sulla proposta di tregua si è espressa la Turchia. “Chiedo a tutti i Paesi occidentali di fare pressione affinché Israele accetti il cessate il fuoco”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una conferenza stampa ad Ankara. “Siamo lieti che Hamas abbia annunciato di avere accettato il cessate il fuoco, su nostro suggerimento. Ora lo stesso passo dovrebbe essere fatto da Israele”, ha detto il presidente turco.

Secondo fonti della fazione palestinese, riportate dai media arabi, l’accordo sulla tregua prevede tre fasi di sei settimane ciascuna con l’obiettivo del cessate il fuoco permanente, il ritiro completo dell’Idf (l’esercito israeliano) dalla Striscia, il ritorno degli sfollati al nord e lo scambio di prigionieri, a cominciare dai civili israeliani, donne, bambini, anziani e malati. Israele ritiene siano 33 gli ostaggi in questa categoria, definita “umanitaria”, e Hamas si è impegnato a rilasciarli, vivi o morti. Tra i detenuti palestinesi da liberare ci sarebbero, invece, anche 20 condannati all’ergastolo. Gli ultimi dettagli dovrebbero essere comunque discussi di nuovo domani (martedì) al Cairo.

Non è chiaro se l’accordo soddisferà la richiesta principale di Hamas di porre fine alla guerra e al ritiro completo di Israele.

I più stretti alleati di Israele, compresi gli Stati Uniti, hanno ripetutamente affermato che Israele non dovrebbe attaccare Rafah. In una nuova telefonata, anche il presidente americano Joe Biden ha cercato ancora una volta di convincere il premier israeliano Benyamin Netanyahu a non invadere la città nel sud della Striscia, insistendo sul fatto che raggiungere un’intesa per un cessate il fuoco è il modo migliore per proteggere la vita degli ostaggi detenuti a Gaza. Ma lo Stato ebraico per ora frena. L’operazione incombente ha sollevato l’allarme globale sulla sorte di circa 1,4 milioni di palestinesi che vi si rifugiano. Le agenzie umanitarie hanno avvertito che un’offensiva peggiorerà la catastrofe umanitaria di Gaza e porterà un’ondata di altre morti civili in una campagna israeliana che in quasi sette mesi ha ucciso 34’000 persone e devastato il territorio.

Hamas e il Qatar, mediatore chiave, hanno affermato che l’invasione di Rafah farebbe deragliare gli sforzi dei mediatori internazionali per mediare un cessate il fuoco. Giorni prima, Hamas aveva discusso una proposta sostenuta dagli USA che, secondo quanto riferito, prevedeva la possibilità di porre fine alla guerra e di ritirare le truppe israeliane in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi detenuti dal gruppo. I funzionari israeliani hanno rifiutato questo compromesso, giurando di continuare la loro campagna fino alla distruzione di Hamas.

Prima dell’annuncio di Hamas un raid israeliano ha colpito un deposito di aiuti umanitari sul lato palestinese di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo fa sapere Sinai for Human rights, ong che fa capo a una organizzazione di Londra. Sul suo profilo X, Sinai for human rights ha pubblicato foto che mostrano mezzi antincendio egiziani in azione per spegnere l’incendio. Secondo le fonti, questo attacco ha danneggiato alcuni camion utilizzati per trasportare gli aiuti alla popolazione palestinese ammassata a Rafah.

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