Conviene lasciar fallire la Grecia? L’accordo di cui si parla oggi riguarda le riforme che Atene dovrebbe attuare per poter ridurre le spese statali. Tra queste misure i creditori, ovvero Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale, chiedono tra le altre cose tagli alle pensioni e aumento dell’IVA. Misure che il primo ministro Tsipras non vuole attuare. Infatti Atene ha giudicato queste richieste “criminali”.
La firma di questo accordo però sbloccherebbe ulteriori aiuti alla Grecia che le permetterebbero di far fronte agli impegni.
Perché tanta urgenza per trovare un accordo? Perché il 30 giugno la Grecia dovrà rimborsare al fondo monetario internazionale 1,6 miliardi di euro. E non ha i soldi. Se non ci sarà accordo, quindi niente soldi e di conseguenza nessun pagamento. La Grecia fallirà? Non ancora. Ma le sue obbligazioni, che servono da garanzia per i prestiti ricevuti dalla Banca Centrale Europea, non varrebbero più nulla. si entrerebbe in un “territorio inesplorato” come ha detto il governatore della Banca Centrale, Mario Draghi.
Il grosso problema però non è il pagamento al fondo monetario, ma il rimborso di queste obbligazioni di stato detenute dalla Banca Centrale Europea per un totale di 3,5 miliardi che scadranno il 20 luglio. Qui, secondo molti analisti, ci sarà il vero punto di svolta. Infatti secondo le agenzie di rating, come Standard & Poor, se la Grecia non rispetterà queste scadenze, andrà in “default”, una parola che significa “inadempienza”, ma che in pratica vuol dire fallimento.
Sarà questo il destino della Grecia? Difficile dirlo. Ma all’Europa conviene fare a meno della Grecia, come vorrebbe ad esempio il ministro delle finanze tedesco Schäuble, aprendo le porte ad aiuti esterni, come ad esempio la Russia di Putin? Pensiamo solo ai gasdotti che dovrebbero passare per il paese, e all’importanza geopolitica. Una Grecia debole e fuori dall’UE diventerebbe il ventre molle dell’Europa continentale.
Marzio Minoli
I timori di un fallimento greco potrebbero toccare anche altri paesi europei, soprattutto quelli considerati più deboli. Tra questi la Spagna. Marzio Minoli ha chiesto a Ferdinando Steinberg, ricercatore presso ELCANO, un istituto di ricerche politiche ed economiche di Madrid, se effettivamente ci possa essere il pericolo di un contagio.