Ignorava di aver cacciato un simbolo del parco nazionale Hwange dello Zimbabwe e soprattutto credeva che fosse tutto legale: lo statunitense Walter Palmer, pur ammettendo di aver ucciso il leone Cecil, si è giustificato così, uscendo allo scoperto con un comunicato dopo essersi reso irreperibile.
Per le autorità del paese africano è latitante, mentre oggi (mercoledì) sono comparsi in tribunale e hanno ottenuto la libertà su cauzione i due uomini del posto che lo hanno aiutato nella battuta. Al processo, rischieranno fino a 15 anni di carcere per bracconaggio.
Theo Bronkhorst, a destra con il suo avvocato, è il cacciatore che ha aiutato Palmer nell'impresa. Oggi è comparso in tribunale
Il dentista del Minnesota, che per sparare al felino ha pagato 50'000 dollari, è diventato intanto in pochi giorni l'uomo più odiato dalla rete: ha raccolto 400'000 firme una petizione online che chiede giustizia per Cecil, attirato con un esca, ferito, finito dopo un'agonia di 40 ore, decapitato e scuoiato.
Minacce sono giunte allo studio da dentista di Palmer, in Minnesota
La pagina web dello studio di Palmer è stata presa di mira con commenti al vetriolo e la porta è ormai piantonata da agenti di polizia. Su Twitter i post di indignazione con l'hashtag #CecilTheLion ormai non si contano più.
pon/ATS
Dal TG12.30: