La Procura milanese ha chiesto l'archiviazione dell'indagine su Marco Cappato, che si era autodenunciato per aver accompagnato il 40enne Dj Fabo, tetraplegico e cieco dopo un grave incidente d'auto, a morire vicino a Zurigo, in una struttura della Dignitas, il 27 febbraio. L'attivista radicale era accusato di aiuto al suicidio.
I magistrati italiani hanno spiegato che Cappato ha aiutato Dj Fabo a esercitare un suo diritto. Quel diritto alla "dignità umana" che va posto sullo stesso piano del diritto alla vita, quando le condizioni non lasciano più dubbi: dolori fisici non controllabili e insopportabili, sofferenze "indegne", malattia incurabile e prognosi ineluttabile.
"Prendo positivamente atto della richiesta della Procura - ha detto Cappato -. In attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari, confermo che è in corso e continuerà l'azione di aiuto alle persone che vogliono ottenere l'interruzione delle proprie sofferenze, eventualmente anche attraverso l'assistenza medica alla morte volontaria in Svizzera".
ANSA/M. Ang.