Il caso BSI non si ferma in Svizzera e in Ticino. Il gruppo brasiliano BTG Pactual, attuale proprietario di BSI, chiederà infatti un risarcimento all’italiana Generali per ammortizzare le perdite derivate dallo scandalo del fondo malese 1MDB. BTG ricorda, nel comunicato ufficiale diffuso a San Paolo, che nel contratto che ha sancito l’acquisto nel 2014 di BSI esiste una clausola su multe e sanzioni derivate dalla vecchia proprietà, condizione che si applicherebbe alle operazioni legate al fondo malese, gestite dall’ufficio BSI di Singapore prima di quella data.
BTG sta ultimando la cessione della BSI al gruppo zurighese EFG, previsto per la fine dell’anno e non vuole perdere parte della cifra pattuita a seguito delle vicissitudini giudiziarie. La FINMA (l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari) ha stabilito la confisca di 95 milioni di franchi di utili provenienti dall’affaire malese, a cui si aggiunge la multa decretata dalle autorità di Singapore. BTG, in sostanza, intende passare la fattura a Generali prima di concludere la cessione.
La decisione di vendere BSI era stata presa dai vertici del gruppo brasiliano dopo un altro scandalo, legato all’inchiesta di corruzione dell’impresa petrolifera Petrobras, che ha portato a fine 2015 all’arresto per 20 giorni del CEO André Estevez. Estevez è stato poi liberato, ma è tuttora accusato di aver preso parte al maxi schema di corruzione fra il governo e le grandi società di costruzione che si assicuravano, dietro il pagamento di tangenti, gli appalti alla Petrobras. EFG deve pagare 1,3 miliardi di franchi per BSI, ma il marchio della più grande banca ticinese dovrà poi scomparire, dato che la FINMA ha deciso di toglierle la licenza per le gravi irregolarità commesse in Asia.
Emiliano Guanella