“To be or not to be (in Europe)?”. In un tweet è riassunto il dilemma amletico destinato ad egemonizzare il dibattito politico (e non solo) nel Regno Unito nei prossimi mesi. L’estate si aprirà con il referendum - indetto dal Premier David Cameron - il 23 giugno. La votazione costituirà l’epilogo di un confronto tra i due fronti che si annuncia serrato, brutale, più che mai divisivo. Dall’economia alla finanza, dall’università all’immigrazione, non c’è ambito della vita quotidiana britannica che non sia declinabile nel dibattito Brexit.
Gli ultimi sondaggi indicano una sostanziale parità, ma almeno un elettore su quattro resta indeciso. Voti da conquistare, con argomenti, slogan o persino intimidazioni. La campagna elettorale è già cominciata. Con lei sono arrivati: infuocati dibattiti televisivi, report su possibili scenari futuri, dichiarazioni di voto. Una dicotomia - dentro o fuori l’Europa - lacerante, che non contempla né dubbi né esitazioni. E che inevitabilmente sta ricadendo - come una pioggia radioattiva - su tutta la popolazione.
Questo ciclo di interviste, realizzate da Lorenzo Amuso, intende dunque esplorare gli umori dei semplici elettori: dal come e perché voterà chi ha già raggiunto una propria convinzione, alle incertezze di chi non ha ancora trovato risposta al quesito shakespeariano. La prima intervista è con Carol Weiss, laureata a Cambridge, di professione restauratrice in un museo nazionale, convinta europeista.
Red.MM