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Cernobyl e la premio Nobel

Svetlana Aleksievich ripercorre in un'intervista esclusiva gli anni della "Preghiera per Cernobyl"

  • 26 aprile 2016, 02:00
  • 7 giugno 2023, 19:30
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Svetlana Aleksievich, il futuro 30 anni dopo - di Marta Allevato

RSI Info 25.04.2016, 12:52

Sono passati 30 anni, ma per la giornalista e scrittrice Svetlana Aleksievich, Cernobyl rimane una storia ancora viva. È grazie al suo lavoro che il disastro nucleare di quel 26 aprile 1986 ha assunto un volto umano: quello, per esempio, delle vedove dei pompieri accorsi per primi a spegnere il rogo, sprigionato dall’incendio al reattore numero 4 e che hanno visto morire i mariti con la pelle che si staccava dalla carne per le radiazioni.

RSI l’ha incontrata al Literarisches Colloquium, a ovest di Berlino, dove ha trascorso alcune settimane prima di tornare a Minsk. Sessantotto anni, per metà ucraina e per metà bielorussa, la Aleksievich ha dedicato 40 anni della sua vita a cinque libri e al raccontare le pagine più dolorose e imbarazzanti dell’Unione sovietica attraverso le voci della gente comune. Il suo lavoro le è costato la persecuzione da parte del regime di Lukashenko e in patria le sue opere sono ancora bandite. Ma nel mondo è stata tradotta in oltre 40 lingue e, l’anno scorso, è arrivata la consacrazione col Nobel per la letteratura.

Marta Allevato

Il TG 12.30 proporrà, su Cernobyl, una doppia pagina: da Lugano a Kiev e l'intervista a Svetlana Aleksievic.

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