Donald Trump ha confermato ufficialmente che gli Stati Uniti non seguiranno le conclusioni dell'accordo sul clima siglato dal suo predecessore a fine 2015 a Parigi e sottoscritto da altre 194 nazioni. L'applicazione cessa "da oggi" e Washington è pronta a negoziare una nuova intesa più equa, ha detto l'inquilino della Casa Bianca.
Trump ha attaccato l'amministrazione Obama per aver sottoscritto un accordo "pessimo per gli Stati Uniti e per la sua popolazione". In diretta TV, ha difeso la sua scelta ribadendo che "l'accordo favorisce altri paesi, Cina e India in particolare, svantaggiando gli Stati Uniti anche dal punto di vista economico". "Sono stato eletto dai cittadini di Pittsburgh, non da quelli di Parigi", ha detto per giustificare la sua decisione. In un immediato comunicato, Obama ha respinto l'accusa, affermando che il suo successore "rifiuta il futuro".
La decisione era stata ampiamente anticipata dalla stampa a stelle e strisce negli scorsi giorni e aveva sollevato un vero e proprio vespaio. La scelta, infatti, non ha raccolto grandi consensi né da parte della figlia Ivanka né del segretario di Stato Rex Tillerson, che nonostante il suo passato da numero uno alla Exxon Mobile è convinto sostenitore delle politiche climatiche a tutela del pianeta. Sul piano interno Trump deve pure fare i conti con 17 Stati, California e New York in testa, che hanno dichiarato che non intendono seguire la linea presidenziale e si adopereranno per per incentivare l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.
Fuori dai confini nazionali, la scelta di Trump sembra portare gli Stati Uniti a un maggiore isolamento nei confronti dell’Europa e, fors'anche, da Pechino, che proprio ancora questo giovedì ha annunciato che intende puntare a una politica più verde e in linea con quanto deciso due anni fa a Parigi per la tutela della Terra. Gli Stati Uniti sono il secondo paese del mondo per emissioni di gas a effetto serra, dietro proprio alla Cina.
ATS/AFP/ANSA/Reuters/Swing
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