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Da dove vengono i jihadisti?

Il Belgio è il paese in Europa che in proporzione sforna più “foreign fighters” – La classifica

  • 18 novembre 2015, 07:24
  • 1 settembre 2023, 17:12
Parata a Raqqa, roccaforte del Califfato

Parata a Raqqa, roccaforte del Califfato

  • keystone

Da dove vengono gli stranieri che decidono di recarsi in Siria per combattere il jihad? Una domanda attuale più che mai dopo i fatti di Parigi, alla quale ha provato a dare una risposta l’ICSR, letteralmente il Centro internazionale di studi sul radicalismo e le violenze politiche con sede a Londra.

Ebbene, secondo il rapporto reso noto a inizio anno (l’ultimo pubblicato sul tema), il paese dell’Europa occidentale che sforna in proporzione più “Foreign Fighters” è il Belgio, dove nel 2014 sono partite 440, persone pari a 40 ogni milione di abitanti. Seguono Danimarca e Svezia con 100-150 e 150-180 miliziani, rispettivamente 27 e 19 ogni milione di abitanti.

Partenze ogni milione di abitanti

Partenze ogni milione di abitanti

  • ICSR/ludoC

In numeri assoluti tuttavia è la
Francia a detenere il primato: sono infatti 1'200 i giovani e meno giovani che si sono arruolati nelle file dello Stato islamico, del fronte al-Nusra (il ramo siriano di al-Qaida) o di altri gruppi islamici radicali.

Partenze dai paesi dell'Europa occidentale, in cifre assolute

Partenze dai paesi dell'Europa occidentale, in cifre assolute

  • ICSR/ludoC

Per quanto riguarda la Svizzera, il rapporto parla di 40 persone (5). Ma secondo i Servizi di informazione della Confederazione le
partenze fino allo scorso marzo sono state addirittura 66.

Sempre secondo l'organizzazione non governativa, che non fa differenza tra militanti del califfato o di altre fazioni jihadiste, gli uomini e le donne stranieri che hanno raggiunto la Siria nel 2014 sono stati 20'730. Di questi 11'000 provenivano dal Medio Oriente, 3'000 dalle repubbliche dell’ex Unione sovietica, 4'000 dall’Europa occidentale e i rimanenti dal resto del Mondo.

Si stima che il 5-10% dei combattenti stranieri sia morto in battaglia, mentre fra il 10 e il 30% avrebbe lasciato le zone di conflitto, facendo rientro a casa o venendo arrestato durante il viaggio di ritorno.

Ludovico Camposampiero


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