Erano tutti imprenditori o professioni del settore tessile i nove italiani (cinque donne e quattro uomini) rimasti uccisi ieri, venerdì, in un bar di Dacca, in Bangladesh, preso d’assalto da un gruppo armato. Un decimo cittadino italiano, inizialmente dato per disperso, non era invece presente al momento dell'attacco.
Oltre a loro hanno perso la vita pure un indiano, tre bangladesi e sette giapponesi, tutti membri di un’organizzazione di aiuto allo sviluppo, ha comunicato Tokyo. I corpi senza vita dei 20 ostaggi sono stati ritrovati dalle forze di sicurezza dopo il blitz.
Disperazione dei famigliari delle vittime
Forze di sicurezza prima del blitz
L'aggressione è stata rivendicata
dall’organizzazione Stato islamico. Secondo quanto raccontato da un sopravvissuto, gli jihadisti hanno ucciso con armi da taglio solo chi non ha saputo recitare il Corano.
"Piangiamo lacrime di solidarietà e cordoglio, ma è anche il momento di lanciare un messaggio di determinazione: l'Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana", ha chiosato il premier Matteo Renzi, mentre la sua omologa bangladese, Aïd-El-Fitr, ha proclamato due giorni di lutto nazionale.
Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe ha espresso da parte sua "indignazione per questo atto di terrorismo inumano".
ats/reuters/ZZ
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