"Hillary in prigione!", inneggia un bambino in fila all'I-X Center di Cleveland per vedere Donald Trump. La mamma gli sorride orgogliosa. Dopo la convention di luglio, il candidato repubblicano è tornato spesso in Ohio, il più cruciale degli Swing States, gli Stati dove a volte vincono i Repubblicani e altre i Democratici. I sondaggi per la Presidenza danno ancora un pareggio: 45% a testa per Trump e Hillary Clinton.
Diverse migliaia di persone stanno accalcate sugli spalti. Famiglie, coppie di mezza età, giovani con magliette anti-Hillary: sono i "Deplorables", i deplorevoli, come li ha apostrofati Clinton il mese scorso prima di scusarsi. In realtà, è l'America media, uscita allo scoperto per chiedere cambiamento. "Costruirò il Muro per tenere fuori i criminali messicani. Chiuderò le porte ai terroristi siriani. Rinegozierò i trattati commerciali che vi hanno rovinato!" aizza Trump dal palco. "I media dicono bugie. Hillary sta truccando le elezioni!”.
”Questo Paese sta andando all’inferno a causa di Obama. Trump renderà il mondo più sicuro", commenta Stan, un poliziotto in pensione. "Ci ho messo 10 anni a fare entrare mia madre negli Stati Uniti. Perché altri possono venire illegalmente e toglierci il lavoro?" chiede invece Stephanie, una casalinga immigrata dalle Filippine, tra i pochi che, all'I-X Center, rappresentano la minoranza non-bianca dell’Ohio. "Mica si vedeva tutta questa gente ai comizi in passato. È l'Americanismo - sentenzia Peter, dentista di Cleveland -. Vogliamo tornare a credere nella nostra grande America" spiega, ripiegando con cura una bandiera a stelle e strisce.
Make America great again, predica il magnate dal palco. E’ lo slogan della sua campagna. L'ha ricordato a Cleveland. L'ha scandito a Johnstown, in Pennsylvania (vd VIDEO). Per molti, nel ventre ferito degli USA, è diventato una religione.
Gabriele Barbati
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