Le 28 bandiere degli Stati comunitari, all’ingresso di Villa Salviati, nella sede degli Archivi storici dell’Unione Europea, sono dei totem che ricordano l’intesa siglata a Roma 60 anni fa: "Non abbiamo tolto ancora quella della Gran Bretagna, nonostante abbia già deciso di andarsene", ci racconta Gherardo Bonini, il vicedirettore di questo organo che fa parte, a sua volta, dell’Istituto universitario europeo.
In questo complesso monumentale del ‘400, arroccato sulle colline tra Fiesole e Firenze, si conservano le testimonianze di una storia che iniziò con i Trattati del 1957 e che nel 1983 la stessa CEE decise di rendere pubblica, a chiunque fosse interessato: da allora, giganteschi armadi custodiscono oltre 160 tra fondi appartenenti a figure di spicco dell’Unione, ma anche a movimenti e associazioni, così come intere collezioni di carte relative al processo di integrazione europea provenienti dai singoli archivi nazionali.
Nei sotterranei di Villa Salviati sono custoditi oltre 6 chilometri di documenti
In totale,
una mole di 6 chilometri di documenti, di cui 14'000 consultabili online, ai quali si aggiungono oltre
600 registrazioni: "Ci siamo trasferiti qui nel 2012, quando lo Stato italiano ha messo a disposizione questa eccezionale struttura, ideale anche per organizzare eventi culturali per la città e
accogliere le tante scolaresche che ci vengono a trovare. E poi abbiamo ancora posto per 4 chilometri di scaffali, da riempire", prosegue il vicedirettore.
"La Svizzera è un caso particolare – continua Bonini – perché pur non facendo parte dell’Unione è spesso presente nei nostri faldoni. E non solo alla voce 'accordi bilaterali', come sarebbe facile immaginare".
Pur rimanendo politicamente slegata da Bruxelles, Berna ha sempre collaborato con i propri vicini, al punto da essere un membro fondatore dell’AELS, l’Accordo europeo di libero scambio siglato a Stoccolma il 4 gennaio 1960. Cercando inoltre tra il materiale di Firenze, non è passata inosservata la rivista "Europa", stampata a Basilea nel giugno 1955, dove ci si chiedeva se il concetto di neutralità, principio cardine della Confederazione, potesse essere applicato anche a una più ampia sfera europea: "In quegli anni, i movimenti federalisti si facevano sentire in tutti gli Stati d’Europa e la Svizzera non faceva eccezione", ricorda l’archivista.
L'inizio dell'avventura spaziale a Meyrin
Ma è l’ambito delle
scienze quello dove la collaborazione e, talvolta, la stessa integrazione con gli altri paesi europei è stata più prolifica: sulla base della positiva esperienza del
CERN (nato nel 1952), la comunità scientifica continentale decise di percorrere insieme anche la strada della
ricerca nel campo spaziale: "Non è un caso che la prima conferenza si tenne a
Meyrin, nei pressi di Ginevra, proprio nella sede del grande laboratorio di fisica delle particelle. "
La Confederazione ebbe un ruolo di primo piano, grazie alla volontà del direttore dell’Osservatorio di Ginevra, l’astrofisico
Marcel Golay", ci racconta Bonini, mentre mostra la cartella che contiene i documenti originali di quell’accordo che pose le prime basi dell’
ESA.
Villa Salviati, a Firenze, è un complesso del 1400 e ora sede degli Archivi storici dell'UE
Attualmente la "famiglia" dell’Agenzia spaziale europea comprende 22 Stati, gestisce un budget pari a 5,25 miliardi di euro ed è il primo operatore al mondo nell’esplorazione dello spazio.
Da 57 anni esploriamo lo spazio - di Maddalena Montecucco
RSI Info 24.03.2017, 15:50
Maddalena Montecucco
RG 12.30 del 24.3.2017 Il servizio di Roberto Porta
RSI Info 24.03.2017, 14:35