Più di 900 persone sono morte nell'ultimo mese in Iraq a causa dei continui attentati e degli scontri tra militari e fondamentalisti.
I dati, pubblicati separatamente da Nazioni Unite e Governo locale presentano qualche differenza, ma coincidono nel dimostrare che il livello di violenza è di poco inferiore a quello del 2008, quando la guerra di religione ancora in corso, succeduta all'invasione statunitense del 2003, raggiunse il culmine di efferatezza.
Le autorità imputano questo stato di cose soprattutto a fattori esterni, in primis al conflitto siriano, ma l'instabile situazione politica interna, che le elezioni di fine aprile sembrano aver modificato in peggio, è sicuramente un'aggravante.
AFP/dg