"In passato ci sono già stati terremoti più grandi di questo. Nel 1703 i casi furono due, uno similie a quello dell'Aquila e un altro a quello di oggi, e ruppero un'area molto vasta. Quindi l'Italia ha già visto scenari di questo genere. Non è possibile dire se questa volta succederà la stessa cosa, però bisogna prepararsi a questa possibilità": questo il parere di Domenico Giardini, professore di sismologia al Politecnico di Zurigo, intervista dal TG dopo la scossa di questa mattina, domenica.
L'esperto è convinto che non stiamo assistendo a semplici scosse d'assestamento: "E' ancora possibile che la sequenza continui ed attivi altri segmenti di faglia vicini", spiega, sottolineando che non c'è stata una grande e unica scossa perché vi sono "zone della Terra, quale l'Appennino centrale, che spesso, invece di rompere l'intera faglia in una grande scossa, la rompono in blocchi: prima uno, dopo due settimane un altro, dopo due mesi un altro ancora. E questi ultimi sono blocchi posti uno di fianco all'altro quindi l'intera faglia si rompe non con un'unica scossa ma attraverso una sequenza".
TG/RG/Red.MM/M.Ang.
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RG 12.30 del 30.10.2016 L'intervista a Domenico Giardini, professore di sismologia al Politecnico di Zurigo
RSI Info 30.10.2016, 14:32
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RG 18.30 del 30.10.16 - Il servizio di Anna Valenti
RSI Info 30.10.2016, 19:34
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RG 18.30 del 30.10.16 - Il reportage da Norcia dell'inviato Claudio Bustaffa
RSI Info 30.10.2016, 19:36
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