Gli Stati Uniti e la Turchia hanno concluso un accordo che, di fatto, dà il via libera ad operazioni congiunte conto lo Stato islamico in Siria. Il ministro degli esteri turco ha affermato martedì che il documento concerne procedure e dettagli tecnici e, ha aggiunto, permetterà manovre coordinate ed estese.
La Turchia lo scorso mese, dopo un lungo periodo di riluttanza, si è schierata in prima linea nella lotta contro i gruppi jihadisti presenti in Siria, prima permettendo l’utilizzo ai caccia americani della base aerea di Incirlik, nel sud-est del paese, e poi conducendo lei stessa alcuni raid contro gli estremisti islamici.
Martedì, intanto, il portavoce del parlamento ha confermato che i turchi il 1. novembre saranno chiamati nuovamente alle urne, dopo che il partito filo islamico della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) del presidente Recep Tayyip Erdogan ha perso la maggioranza assoluta il 7 giugno dopo 13 anni. Il premier Ahmed Davutoglu ha fallito le consultazioni per la formazione di un governo di coalizione.
L’ufficializzazione delle elezioni giunge in un periodo di ripresa degli scontri con il PKK al confine iracheno dopo due anni e mezzo di tregua. In poche settimane si contano già una cinquantina di morti tra le forze di sicurezza di Ankara e, secondo fonti turche, almeno 800 tra i militanti curdi.
ab/Reuters