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Sri Lanka, rimanere a galla

I racconti dei sopravvissuti allo tsunami del 2004, lasciano spazio anche alle riflessioni sulle aspettative per il futuro

  • 25 settembre 2014, 21:58
  • 30 maggio 2023, 17:01
Dove scappare

Dove scappare

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Ci siamo lasciati alle spalle l'estremo nord dello Sri Lanka. Il mare ci ha accompagnati per le tre ore di viaggio da Mullaithivu a Tricomalee. Scendiamo lungo la costa, la stessa, che dieci anni fa era stata devastata dallo tsunami.

Aspettando di uscire in mare

Aspettando di uscire in mare

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Nella parte più a est dell'isola, incontriamo dei pescatori che ci raccontano cosa hanno visto quando è arrivata l'onda e come si sono organizzati per ricostruire tutto quello che avevano perso. Hanno potuto contare, anche in questo caso, sull'aiuto svizzero, sulla professionalità dei dipendenti della Divisione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) che, assieme ad altre nazioni, si sono attivate nella ricostruzione di case.

Sasikumar aveva perso tutto

Sasikumar, aveva perso tutto

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“L'onda ha portato via tutto”, ci racconta Sasikumar, quando lo incontriamo a Nilaveli, piccolo villaggio che si trova a poche decine di metri dal mare. I lavori qui, rispetto al nord, sono stati completati (quasi tutti) più velocemente, siccome la situazione politica era in questa area meno tesa in passato. “Molti si sono nascosti nelle chiese (il villaggio è costituito da cattolici)”, ci spiega, “altri nelle scuole. Quando siamo tornati a vedere cosa era successo c'erano detriti ovunque e tanta sabbia”.

La nuova legge stabilisce che le case devono trovarsi a 50 metri dal mare. Dal 2004 a oggi nella zona di Kuchachaveli delle 1'450 abitazioni distrutte ne sono state ricostruite 1'360. Parlando con chi è sopravvissuto, i racconti sono sempre simili, sia per quanto riguarda l'emozioni provate durante il disastro, sia per quanto riguarda le aspettative per il futuro. In molti sono ritornati ad abitare vicino alle spiagge, pur temendo un possibile nuovo tsunami, e tentando di guardare avanti. Come Gowariswearay Kugenthirai, che ci accoglie a Trincomalee.

Protetti anche da Ganesh

Protetti anche da Ganesh

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È rimasta sola tre anni fa, dopo che suo marito è morto in un incidente. Sta crescendo i suoi quattro figli, con tanta fatica. I soldi sono pochi e le numerose organizzazioni umanitarie che si erano recate subito dopo il 26 dicembre 2004, ora non ci sono più a dare una mano.

Gowariswearay e le sue tre figlie

Gowariswearay e le sue tre figlie

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Gowariswearay non si dà per vinta. E' riuscita a sopravvivere al maremoto (ascolta audio) e ora sta lottando contro molti problemi economici. E' felice però di avere una casa. L'ha dipinta di viola. A proteggerla ci pensa Ganesh, la divinità indù con la testa di elefante. Poco lontano c'è un tempio da dove, ogni tanto, proviene della musica. Gowariswearay sorride quando ci fa vedere la cucina e ci presenta i suoi figli.

L'interno della casa

In Sri Lanka, è ora tempo di bilanci. Molto è stato fatto: case, nuove strade, scuole, infrastrutture in generale. Il paese ora deve tentare di mantenere tutto quanto è stato costruito e poi, dare spazio a nuove riflessioni, soprattutto legate ai diritti umani.

Alessandra Spataro

Per saperne di più

- Sri Lanka, oltre l'onda

- Sri Lanka, sotto la sabbia

- Sri Lanka: ricostruire, ancora

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