Rimane alta la preoccupazione per la situazione in Abruzzo dove ora, dopo le nevicate storiche e le scosse di terremoto (che hanno innescato valanghe come quella che ha distrutto l'Hotel Rigopiano), la Commissione Grandi Rischi ha lanciato un allarme per la situazione dighe.
"Nella zona di Campotosto c'è il secondo bacino più grande d'Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è l'effetto Vajont". Lo ha dichiarato al TG3 Sergio Bertolucci, presidente della Commissione Grandi Rischi, aggiungendo che "se si avverte un aumento del rischio, bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione".
Il 9 ottobre 1963, lo ricordiamo, una frana del monte Toc precipitò nella diga del Vajont, causando un'inondazione improvvisa: 25 milioni di metri cubi d'acqua distrussero i paesi del fondovalle, tra cui Longarone, provocando la morte di 1'910 persone. L'indagine giudiziaria per accertare le responsabilità dell'accaduto si concluse solo nel 2000: i risarcimenti furono divisi tra le società Enel, Montedison e lo Stato italiano.
ATS/M. Ang.