Il nome in codice è CoDiRo, complesso di disseccamento rapido, ma un corto circuito mediatico, appiattisce la complessità della morte di milioni di ulivi pugliesi sull’azione di un solo batterio, la xylella, accertata solo sul 2,5% degli olivi campionati nella zona infetta.
Il paesaggio lungo la strada provinciale che collega Lecce e Porto Cesareo è trapuntato di ulivi ormai morti
L’identità del Salento – ricavata da 4’000 anni di convivenza con l’ulivo – è messa a rischio da una desertificazione causata anche da funghi e dal cambiamento climatico su terreni stremati dall’uso smodato di erbicidi. Intanto l’agroindustria intensiva – anche col sostegno di fondi governativi – usa le ruspe per adeguarsi al mercato globale: quantità contro qualità, macchinari versus contadini, grande distribuzione al posto della filiera corta.
Ma c’è anche chi affronta la xylella applicando con successo un “protocollo di convivenza” capace di rigenerare le cultivar salentine il cui olio è tra i più ricchi al mondo di polifenoli.
Valle degli ulivi millenari: un ulivo datato in circa 3mila anni, ingloba al centro del tronco un massetto antico-romano