Le donne con passaporto non rilasciato nell'Unione Europea vittime di violenza coniugale non sono per nulla sicure di ottenere un permesso di soggiorno nel caso in cui lascino il marito, ragione per la quale molte preferiscono tacere piuttosto che rischiare l'espulsione dalla Svizzera. Lo denuncia l'Osservatorio romando del diritto d'asilo e degli stranieri che martedì a Losanna ha presentato un rapporto sul tema.
Nel documento si fa notare che, sulla carta, le relative modifiche della legge, approvate più di tre anni fa, tutelano le interessate, ma anche che i numerosi ostacoli pratici ne impediscono un'applicazione efficace. Occorre ad esempio provare la natura dei maltrattamenti e la loro sistematicità, come bisogna dimostrare che la reintegrazione sarebbe compromessa nel caso di rimpatrio.
Per l'occasione vengono fornite alcune cifre: nel solo 2014, ad esempio, 15 donne sono morte per mano del coniuge e per 25 c'è mancato poco.
ATS/dg