Claude D., che nel maggio del 2013 strangolò la giovane Marie, è stato condannato all'ergastolo e all'internamento a vita. Il 39enne è stato riconosciuto colpevole di assassinio, coazione sessuale, sequestro di persona e rapimento.
La famiglia della vittima all'uscita dal tribunale di Renens (VD)
La Corte ha ritenuto, sulla base delle perizie psichiatriche, che l'uomo non possa essere curato e sia quindi un rischio per la società. All'uscita dal tribunale
la difesa ha annunciato l'intenzione di fare ricorso contro la sentenza.
Il procuratore generale Eric Cottier ha espresso la sua soddisfazione per la sentenza
L'accusato ha dimostrato un "accanimento fuori dal comune" e ha portato a termine "una vera e propria esecuzione", ha ritenuto il tribunale. Un delitto messo a segno mentre stava finendo di scontare una precendente condanna a 20 anni di prigione per l'uccisione della compagna nel 2000. L'uomo espiava la fine della condanna agli arresti domiciliari, munito di un braccialetto elettronico.
Yael Hayat, avvocata dell'imputato, ha preannunciato ricorso
La difesa aveva contestato le perizie psichiatriche che attestavano l'incurabilità dell'imputato e definito l'internamento a vita una misura "incompatibile con i principi della Convenzione europea dei diritti umani".
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Dal TG20: