Costernazione a sinistra, reazioni più sfumate o anche di condivisione a destra. Si può riassumere così il quadro delle reazioni politiche alla decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di abolire la soglia minima di 1,20 franchi contro un euro, in vigore dal settembre del 2011.
Per Christian Levrat il provvedimento implica "un grave rischio per decine di migliaia di impieghi", come si legge in un tweet del presidente del PS elvetico. Di "decisione pericolosa", soprattutto per le esportazioni e il turismo, parla per i Verdi Louis Schelbert, consigliere nazionale lucernese.
Più articolati invece, i commenti dello schieramento opposto. C'è l'UDC che da parte sua non nasconde la propria soddisfazione: per il sangallese Lukas Reimann, deputato democentrista alla Camera del popolo, "l'economia svizzera è in una forma sufficientemente buona per sopportare lo choc. Reazioni positive sono state espresse anche da alcuni esponenti dei Verdi liberali e del PBD.
In una sua nota, il PPD svizzero si dice "scettico", ma sottolinea anche l'indipendenza della BNS e di decisioni che finora, sostiene, si sono rivelate positive per la Svizzera. Il PLR esige a questo punto "un rafforzamento della piazza economica attraverso un programma di riforme", fra le quali quella sulla fiscalità delle imprese.
Red.MM/ARi
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RG 18.30 del 15.01.15 - Il servizio di Roberto Porta
RSI Info 15.01.2015, 20:00
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