L'idea di una cassa malati unica, bocciata dagli svizzeri domenica, non è defenitivamente sepolta: la si potrà accantonare solo se i vincitori manterranno le promesse, ha commentato la consigliera nazionale socialista Jacqueline Fehr, riferendosi in particolare alla "caccia" dei clienti sani. Il fronte del "sì" cresce rispetto al 2007, quando si votò sullo stesso tema, ha fatto ancora notare la zurighese. Da parte sua, il collega di partito e consigliere di Stato vodese Pierre-Yves Maillard ha insistito sul fatto che il parere dei cantoni romandi, quasi tutti favorevoli, non potrà essere ignorato.
Per la granconsigliera ticinese Pelin Kandemir Bordoli (PS), interpellata dalle Cronache della Svizzera italiana, il voto cantonale, dove i no sono stati il 55,63%, segnala l'esigenza di una maggiore vigilanza. Dal canto suo Giovanni Merlini, consigliere nazionale PLR, interpreta il risultato ticinese manifesta comunque fiducia per le riforme avviate da Berna.
I risultati sulla cassa malati unica in Ticino
Per Santésuisse, l'associazione mantello degli assicuratori, l'aver cestinato il testo dimostra che la popolazione è soddisfatta delle prestazioni offerte; resta da affrontare e risolvere la questione del costante aumento del costo delle cure. La gente ha dimostrato il proprio attaccamento alla libertà di scelta, ha sottolineato il comitato contrario all'iniziativa, sostenendo anche che il divario tra regioni è relativo, considerando che i francofoni hanno detto "sì" nella misura del 53%.
ATS/CSI/Red. MM
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