Età del pensionamento a 65 anni anche per le donne, maggiore flessibilità nel ritiro dall'arrività professionale, aumento dell'IVA di 1,5 punti entro il 2030 e riduzione del tasso di conversione LPP dal 6,8 al 6%: sono quattro dei punti centrali della riforma della previdenza per la vecchiaia, all'esame del Consiglio degli Stati da oggi (lunedì) pomeriggio per tre giorni.
Il pacchetto proposto dal consigliere federale Alain Berset, che affronta nel loro insieme i due pilastri obbligatori, è destinato a causare divisioni alla Camera alta, a maggior ragione vista l'imminenza delle elezioni. In sede commissionale era stato approvato a grandi linee, ma incontrando resistenze: una minoranza di sinistra, per esempio, si era opposta ai 65 anni per le lavoratrici fino a quando persisteranno le disparità salariali con gli uomini.
Alcuni ritocchi avevano raccolto i favori della maggioranza, come l'aumento di 70 franchi delle nuove rendite AVS (pari al 6% per quelle minime) e la rinuncia a toccare quelle di vedove e orfani. I commissari, inoltre, preferirebbero ritoccare l'IVA solo dell'1%.
pon/ATS
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