Credit Suisse ha registrato nel terzo trimestre dell’anno un calo dei ricavi operativi dell'8%, a 5,98 miliardi di franchi. L'utile netto attribuibile agli azionisti è sceso da un anno all'altro del 24% a 779 milioni di franchi.
Nel periodo in rassegna, viene sottolineato in una nota, le difficili condizioni di mercato hanno condotto a un indebolimento delle attività delle due divisioni Private Banking & Wealth Management e Investment Banking. L'utile ante imposte del gruppo si è attestato a 861 milioni di franchi, in flessione del 34%. Le attività di banca privata e gestione patrimoniale accusano un calo del 31% a 647 milioni, mentre la banca di investimento presenta un rosso di 125 milioni, a fronte dell'utile di 516 milioni dello scorso anno.
Nuova strategia
Il nuovo direttore generale, Tidjane Thiam, ha colto l'occasione per presentare il nuovo piano strategico. Sono, innanzitutto, previsti risparmi per tre miliardi e mezzo di franchi a partire dalla fine del 2018. Risultato che potrebbe essere raggiunto anche con la soppressione di 1'600 posti di lavoro in Svizzera, e 5'000 nel mondo, attraverso la normale fluttuazione del personale. L'istituto di credito intende poi puntare sui paesi emergenti, soprattutto per ciò che concerne la gestione patrimoniale; gestione patrimoniale che viene invece smantellata negli Stati Uniti. Ci sarà meno investment banking anche a Londra e una parte della banca universale verrà quotata in borsa in Svizzera. Credit Suisse, inoltre, per affrontare l'instabilità dei mercati ha anche intenzione di raccogliere capitale per sei miliardi di franchi dagli investitori.
ATS/CaL