“Tassare le eredità milionarie per finanziare le nostre AVS” è l’obbiettivo dell’iniziativa popolare sulla quale saremo chiamati a pronunciarci il 14 giugno.
Per i promotori è raggiungibile tramite un imposta nazionale sulle successioni e sulle donazioni applicabile dopo la detrazione di una franchigia unica di 2 milioni di franchi. Per le donazioni l’imposta scatterebbe a partire da regali di 20'000 franchi per anno e per donatario. L’aliquota sarebbe del 20% e due terzi dell’indotto andrebbero all’AVS, mentre il restante andrebbe ai cantoni. Le imposte cantonali sulle successioni e sulle donazioni sarebbero abrogate.
Consiglio federale e Parlamento respingono l’iniziativa. La riscossione dell’imposta è da sempre di competenza dei cantoni e deve restare tale, perché ne va della loro autonomia finanziaria. A detta del Governo, la proposta renderebbe più difficile la successione d’impresa, in particolare per le aziende familiari, che potrebbero vedersi sottratte risorse vitali.
Inoltre il Consiglio federale vuole finanziare l’AVS in modo durevole e consistente. Nell’ambito della grande riforma “Previdenza per la vecchiaia 2020” propone a tal fine, tra le altre cose, un aumento dell’imposta sul valore aggiunto di al massimo 1,5 punti percentuali.
Gli iniziativisti replicano che un terzo dell’imposta generata dalla loro proposta è destinato ai cantoni per compensare l’abolizione delle loro imposte sulle successioni. Due terzi sono invece destinati al Fondo di compensazione dell’AVS come contributo per rafforzare in modo durevole la nostra assicurazione sociale più importante.
Infine, sostengono, l'imposta non mette in pericolo la sopravvivenza delle imprese familiari. Il Parlamento fissererebbe le modalità - ad esempio una franchigia di 50 milioni di franchi - che permetteranno di trasmettere alla generazione successiva la maggior parte delle piccole e medie imprese senza dovere alcuna imposta.
SP
La puntata di Democrazia diretta dell'18.05.2015:
Ascolta il dibattito condotto da Roberto Porta e Camilla Mainardi