Il suo terreno di caccia erano i social media. Attraverso la rete entrava in contatto con i ragazzi, a cui poi proponeva rapporti sessuali di varia natura, tutti a pagamento. Tra il 2011 e il novembre del 2014 avrebbe abusato di qualcosa come oltre 30 minorenni.
Per convincerli il 22enne del Luganese non badava a spese: in un caso avrebbe sborsato addirittura 1'600.- franchi. Una vicenda mai emersa prima di oggi, resa ancora più incredibile dal fatto che lui, di mestiere, fosse un agente di sicurezza privata.
Il giovane, parzialmente reo-confesso, comparirà presto alle Assise Criminali. La procuratrice pubblica Pamela Pedretti lo ha rinviato a giudizio alcuni giorni fa. Atti sessuali con fanciulli, atti sessuali con minorenni dietro pagamento e pornografia i reati di cui il 22enne (in carcere dalla fine dello scorso anno) dovrà rispondere alla sbarra.
Francesco Lepori
Dal Quotidiano